Un contenitore di vetro, monouso e griffato, con un coperchio a stantuffo in silicone per “respirare il tartufo” e guardare ma non toccare, prima di comprare, evitando possibili rischi e salvando quello che è un vero e proprio gesto rituale tra l’acquirente e il venditore. Tra ingegno e creatività made in Italy, in tempi di emergenza Covid, è il metodo lanciato da Alba, la capitale mondiale nelle Langhe - dove la raccolta è iniziata e, dicono i “trifulau” a WineNews, si prospetta buona in qualità e quantità - che consente di maneggiare e valutare le diverse pezzature del pregiato tubero in sicurezza e mantenendo regole e distanze, studiato e progettato dal Centro Nazionale Studi Tartufo.
Un gesto, che da quasi cento anni, si ripete alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco n. 90, che si è aperta, e che non poteva non celebrare il suo prestigioso anniversario, dando il via, fino all’8 dicembre, al Mercato Mondiale del Tuber Magnatum Pico, eccezionalmente a cielo aperto. I prezzi? 2.000-3.000 euro al kg. Con l’incertezza, però, della domanda, per il calo dei consumatori stranieri, l’incognita ristorazione e il pericolo truffe dall’estero. Ma, per la prima volta nella sua storia, la Fiera durerà una settimana in più, per una stagione di raccolta del tartufo sempre più lunga, almeno fino a gennaio.
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