Il connubio tra grandi vini, alta cucina, arte e cultura per rilanciare l’immagine dell’Italia tutta, in Asia, a partire da Hong Kong, da sempre vetrina privilegiata dell’Occidente per i mercati di Oriente. Il 5 novembre, con la regia di Gelardini & Romani Wine Auctions, l’unica casa d’aste specializzata in vini italiani basata ad Hong Kong, ci saranno i grandi vini italiani, “come il Brunello di Montalcino Biondi Santi 2008, il Montevertine 2015 de Le Pergole Torte e il Testamatta Bianco di Bibi Graetz 2018, selezionati per noi dalla più giovane Master of Wine d’Asta Sarah Heller - spiega Raimondo Romani, a WineNews - la cucina dello chef Uberto Bombana, unico 3 stelle Michelin italiano in Asia con il suo 8 ½ Bombana, per celebrare il Rinascimento, nella Everlasting Wonder Gala Dinner, che si terrà nell’Hong Kong Museum of Art il 5 Novembre riservato a 400 persone del gotha finanziario e governativo della città, con ticket tra 2.000 e 4.000 euro a persona, per presentare la prima storica collaborazione con il Museo degli Uffizi di Firenze, con una mostra dedicata al Rinascimento comprensiva di opere del Botticelli, per brindare alla collaborazione con il Consolato Italiano e la Cics (Chinese Italian Cultural Society) nelle celebrazioni dei 50 anni delle relazioni diplomatiche fra Italia e Cina”.
Ultima grande tappa di un percorso, quello intrapreso dalla Gelardini & Romani, per contribuire alla valorizzazione del made in Italy tutto, in un mercato dove la valenza sociale e comunicative del wine & food è elevatissima: “a partire da Aprile 2020 abbiamo sostenuto la ristorazione Italiana promuovendo diverse wine dinners, ad oggi 32, per le quali abbiamo sponsorizzato i più grandi nomi dell’enologia nostrana - sottolinea Romani - offrendo l’opportunità di abbinare all’autentica cucina Italiana, senza compromessi, miti del calibro del Sassicaia 1985 e 1990, Le Pergole Torte Riserva 1990, il Barolo Monfortino 1945, il Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi 1955 , Masseto 1995, il Barolo Riserva Bruno Giacosa 1971, solo per citare alcuni nomi ... oggi finalmente ambiti alla stregua di uno Chateau Lafite o un Romanée Conti d’annata. Ancora, la collaborazione con CIAK, casual concept di Umbero Bombana, recentemente premiato dal Gambero Rosso per la migliore pizza d’Asia, locale dove abbiamo svolto le nostre aste sia a Maggio (unica asta fisica svolta a Hong Kong nel primo semestre) e quella di domenica scorsa, 25 ottobre, nella quale abbiamo aggiudicato oltre 500.000 euro, principalmente di vini Italiani, che hanno registrato in molti casi incrementi su base asta superiori al 100%; due eventi sold out che hanno attirato un audience qualificato di oltre 400 persone con una spesa pro capite fra 5.000 e 50.000 euro. Ed ancora, da segnalare la collaborazione con all’Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba, che, con la nuova leadership cittadina di Alan Kwok, sta, finalmente, rivaleggiando con le storiche associazioni francesi (quali la Commanderie de Bordeaux o La Confreres de Chevalier de Taste de Vin per i vini di Borgogna) che hanno trainato da sempre ed aiutato a fidelizzare il pubblico locale ai prodotti della tavola francese”.
Un lavoro di cui beneficia tutto il made in Italy e la sua immagine, a partire proprio dal wine & food, in un mercato strategico, sia a livello di business che di prestigio: “all’inizio della pandemia l’immagine dell’Italia aveva toccato il punto più basso da quando siamo sbarcati a Hong Kong nel 2011, ma, in pochi mesi, grazie ad una grande vitalità e sinergia fra istituzioni ed imprenditori, soprattutto del food & beverage - racconta Raimondo Romani - siamo riusciti a ridare il giusto lustro al nostro Paese, nella più importante vetrina d’Asia. La storica, ma amara, consuetudine della popolazione di Hong Kong rispetto ai fenomeni pandemici (a partire dall’influenza del 1968 - che fece 1 milione di morti nel mondo - per arrivare alla Sars del 2003) ha arginato tempestivamente, e prima che divenisse incontrollabile, la diffusione del Covid-19 all’interno della città, consentendo, un pressoché normale svolgimento della vita fino ad oggi, fatte salve le conseguenze del drastico crollo del turismo, dovuto alla chiusura delle frontiere (solo i residenti infatti, previa quarantena con braccialetto elettronico, possono entrare in città da marzo, ndr). La piccola dimensione della comunità Italiana (sono appena 2.500 i residenti italiani a Hong Kong rispetto, ad esempio, ai francesi che sono oltre 25.000) con una forte e molto qualificata presenza nel settore del food & beverage ha sicuramente aiutato a coordinarci per il rilancio della nostra immagine. Vino e cucina sono centrali nella vita sociale di Hong Kong, anche più di quanto lo siano in Italia. la dimensione ridotta delle abitazioni e la cultura locale fanno si che la vita sociale si volge e gli affari si concludono soprattutto nei ristoranti (sono rarissimi gli inviti a casa) che rappresentano anche la principale occasione di svago (l’offerta di attività culturali come musei, teatri, concerti o discoteche è infatti limitatissima rispetto agli standard Europei). Il settore del food & beverage, pertanto, anche se non pesa quanto la moda, i macchinari industriali o il merchandising sulla bilancia commerciale è sicuramente il settore che da al nostro paese la maggiore visibilità. Come Gelardini & Romani abbiamo, pertanto, cercato di sviluppare sinergie con tutti i player più qualificati del settore per portare in città delle “esperienze” autentiche che potessero sopperire anche all’impossibilità degli honkonghesi di visitare il nostro Paese, come facevano abitualmente e frequentemente, prima della pandemia”.
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