La campagna olearia ha dato risultati diversi nelle zone più vocate del Belpaese. Se a livello qualitativo il responso è più che promettente perla quantità il territorio italiano è andato a velocità diverse: bene al Centro Nord, in difficoltà nelle colline del Sud dove la concentrazione di olivi è maggiore. Secondo l’aggiornamento previsionale, elaborato dall’Ismea e da Unaprol, la produzione della campagna 2020/21 dovrebbe attestarsi a 255.000 tonnellate con una riduzione del 30% sul 2019. A condizionare la raccolta è soprattutto l’alternanza tra anno di carica e anno di scarica al Sud, dove Puglia, Calabria e Sicilia fanno registrare contrazioni rispettivamente del 43%, 38% e 15%. Al Centro Nord si confermano, invece, le previsioni piuttosto rosee di inizio autunno, con incrementi del 31% in Toscana, 8% nel Lazio, 70% in Umbria e del 100% in Liguria, dopo gli scarsi livelli dello scorso anno.
Una situazione produttiva preoccupante a fronte dell’aumento del 9,5% degli acquisti delle famiglie italiane che leggendo i dati del primo semestre dell’anno, con l’emergenza Covid sono tornate a fare scorte in cucina con i prodotti base della dieta mediterranea. In generale, comunque, ci si attende in tutta la Penisola un olio di elevata qualità grazie all’ottima fioritura, a condizioni meteo non avverse ed ai limitati attacchi della mosca olearia.
Sul fronte del mercato, la minor produzione 2020 e la domanda delle famiglie sta spingendo in alto i listini nelle ultime settimane, con aumenti che riguardano anche gli oli Dop/Igp italiani. L’andamento dei prossimi mesi dipenderà come di consueto dalla situazione internazionale con la produzione mondiale stimata in linea con quella dello scorso anno ed i prezzi in Spagna, Grecia e Tunisi che mostrano tendenze al rialzo. La Spagna è di gran lunga il principale produttore mondiale seguito dall’Italia mentre sul podio al terzo posto si trova la Grecia.
L’andamento della raccolta è importante dal punto economico ed occupazionale per una filiera che conta oltre 400.000 aziende agricole specializzate in Italia ma anche il maggior numero di oli extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp), con un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità del mondo.
L’olio extravergine di oliva è un prodotto immancabile nelle nostre tavole, in Italia nove famiglie su dieci lo consumano tutti i giorni con una crescente attenzione, sottolinea Coldiretti, verso il prodotto di qualità: non a caso questo trend ha favorito la nascita di corsi e iniziative. I numeri dicono che l’Italia è il primo consumatore mondiale di olio di oliva con una media negli ultimi cinque anni di 504 milioni di kg, seguita dalla Spagna (483 milioni di kg) e dagli Stati Uniti (320 milioni di kg). A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione che nel mondo è attento alla qualità della propria alimentazione.
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