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LO SCENARIO

Agroalimentare, fino a settembre 2020 ha tenuto la produzione industriale (-0,4%), ma allarme Natale

A dirlo la Coldiretti, su dati Istat. “Con Natale sobrio a rischio un giro d’affari da 5 miliardi di euro spesi tra pranzi e cenoni”
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Agroalimentare, fino a settembre 2020 ha tenuto la produzione industriale. Allarme Natale

Alla fine di un’estate che ha dato un minimo di respiro all’economia, il comparto alimentare, tra ingenti perdite nel consumo fuori casa, una parziale compensazione grazie alla crescita dei consumi domestici, e ad un export che tutto sommato aveva tenuto, a settembre segnava un bilancio sostanzialmente stabile nel 2020 sul 2019, con appena un -0,4% a livello di fatturato industriale, sul -4,6% del dato complessivo nazionale. Ad evidenziarlo la Coldiretti, su dati Istat, in una fotografia che, va tenuto in considerazione, è scattata prima delle nuove misure di contenimento della seconda ondata del Covid, varate dai diversi Dpcm, che si sono succeduti tra ottobre ed inizio novembre.
Un risultato confortante, comunque, quello raggiunto almeno a settembre 2020, raggiunto “grazie all’impegno di 730.000 aziende agricole e 70.000 industrie alimentari che non hanno mai smesso di lavorare per garantire le forniture di cibo e bevande agli italiani. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che - sottolinea la Coldiretti - viene quotidianamente rifornita dalle campagne italiane dove stalle, serre e aziende hanno continuato a produrre anche per assicurare le tavole imbandite degli italiani per Natale. Un appuntamento che, tra pranzi e cenoni, vale 5 miliardi, con il consumo di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, 20.000 tonnellate di pasta, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci spariti dalle tavole nel 2019 solamente tra Vigilia e Capodanno”. Un giro d’affari, quello della fine anno, messo a rischio da quello che, come sottolineato ieri dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell’Assemblea Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), si prefigura come un “Natale sobrio”, almeno in teoria, dove potrebbero saltare le tavolate delle feste di fine anno, “composte in media da 9 persone nel 2019, che si tradurrebbe anche in meno brindisi ed un netto taglio delle portate”, evidenza Coldiretti. Che ricorda che, comunque, “con la pandemia la filiera agroalimentare è diventata la prima ricchezza del Paese con 538 miliardi di valore dai campi agli scaffali che garantisce 3,8 milioni di posti di lavoro e vale il 25% del Pil”.

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