Se “sostenibilità” ed “etica” della produzione sono ormai temi dominanti in ogni settore, nel carrello della spesa degli italiani nel 2020 ha confermato altri trend di lungo corso, accelerati dalla pandemia. Su tutti, l’attenzione alla salute, con una ulteriore crescita tanto dei prodotti “del senza”, ovvero senza tutte quelle componenti che si ritiene possano far male all’organismo, che dei prodotti “rich-in”, ossia ricchi di nutrienti e proprietà benefiche. Così come resta un baluardo dei consumi l’Italianità e la regionalità dei prodotti. Sono gli atout che emergono dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy n. 8, realizzata monitorando le etichette di oltre 115.000 prodotti del largo consumo (tra banca dati Immagino e rilevazioni nella grande distribuzioni di Nielsen) che, nel complesso, hanno sviluppato un sell-out di 37 miliardi di euro, pari all’82,1% di quanto venduto da ipermercati e supermercati nel mercato totale del largo consumo in Italia (nell’anno terminante a giugno 2020, ndr).
Ebbene, dall’analisi WineNews, emerge che che i prodotti legati all’italianità, che rappresentato il 25,6% delle referenze a scaffale, hanno sviluppato vendite per 8,1 miliardi, il 26,3% del totale alimentare, con un trend di crescita del più 6,3%. In questo senso, i prodotti con la bandiera italiana nel packaging sono quelli che hanno mosso più valore (il 15,4% del totale). Merito anche della maggior presenza del tricolore su un ampio numero di categorie, di cui gli italiani hanno aumentato gli acquisti durante il lockdown, come uova, surgelati vegetali, olio extravergine di oliva, sughi pronti, latte Uht, avicunicoli di quarta lavorazione, birre e affettati. A seguire, in termini di valore sulle vendite, c’è il claim “100% italiano” (10,6%), e da quello “Prodotto in Italia” (5,2%), che superano di gran lunga, in valore, tutto quello che è Dop o Igp. Non di meno, rileva l’osservatorio, “Dop” e “100%” italiano sono quelli più dinamici in termini di crescita, rispettivamente del +12,3% e del +9,4%. Interessante anche la crescita di quello che è legato alla regionalità: le etichette in cui c’è il legame ad una Regione specifica, aspetto che caratterizza ormai più di un prodotto alimentare su 10, hanno mosso 2,4 miliardi di euro, il 7,7% del totale, in crescita del 5%. Le Regione più performante in questo senso, anche grazie al vino, è il Trentino Alto Adige, seguito, ad ex-aequo, da Sicilia, Piemonte ed Emilia Romagna, in termini di valore sul venduto.
Ma, come detto, in un tempo in cui l’emergenza da Covid-19 ha rimesso al centro, di prepotenza, i tema della salute, anche nel carrello della spesa questo trend si ritrova soprattutto su due aspetti. La prima è la crescita ulteriore dei prodotti “senza”, ormai 13.354 referenze (il 18% del totale), che hanno mosso 6,8 miliardi di euro, in crescita del 2,2%. Con i “senza” più gettonati che sono, nell’ordine dei valori movimentati, i “senza conservanti”, “senza olio di palma”, “pochi grassi”, “senza coloranti”, “pochi zuccheri” e “senza additivi”. La seconda, invece, è la crescita dei cosiddetti prodotti “rich-in”, ovvero dichiaratamente ricchi di elementi benefici per la salute. Comparto che con 8.274 prodotti (11,2% dell’offerta totale) ha mosso 3,2 miliardi di euro, in crescita del +4,2% (grazie soprattutto quelli ricchi di fibre, proteine e vitamine). Altro trend in netta crescita quello dei prodotti legati ad uno stile alimentare e di vita specifico, dal bio al vegan, ma non solo. Questi prodotti, che rappresentano il 14,2% dell’offerta, hanno mosso 3 miliardi di vendite, in crescita del +6,2%, con i claim più forti che sono, nell’ordine, “veg”, “bio”, “vegetariano” e “vegano”, mentre cresce il Kosher (tutto ciò che è prodotto secondo la dottrina ebraica) e diminuisce, seppur di poco, l’Halal (ovvero il prodotto secondo le regole dell’Islam). Nel complesso, però, tutto quello che è “sostenibile” risulta particolarmente premiante: i prodotti legati a questa sfera sono ormai più di 1 su 5 allo scaffale, valgono 9,1 miliardi di euro (il 24,4% del totale), e vedono un trend di vendite in crescita del +5,5%.
Tra le curiosità che emergono dal rapporto, anche il cambiamento dell’apporto nutrizionale del carrello della spesa degli italiani: crescono le proteine (+2,9%) e i grassi (+1,9%), mentre calano le fibre (-1%). Curiosità, dati e tendenze emerse in un periodo di grandi cambiamenti della vita quotidiana di tutti, per l’impatto della pandemia da Covid-19, in uno scenario che, molto probabilmente, sarà molti simile, per molti aspetti, nei prossimi mesi, e con il quale tutti dovranno fare i conti.
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