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CRISI

Nel 2021 a rischio default un’azienda su sette del turismo. L’allarme Cerved Group

Se il 2020 ha risparmiato ristoranti, bar e alberghi, nel 2021 il tasso di rischio sale al 14%, oltre il doppio della media delle imprese italiane
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Una impresa su sette del turismo a rischio chiusura

Qualche giorno fa abbiamo raccontato come, secondo i dati di Unioncamere, il 2020 sia stato un anno di crescita per il mondo della ristorazione italiana, almeno stando al rapporto tra chiusure ed aperture di nuove attività, con un tasso del +1,36% nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione. In effetti, come racconta l’analisi Cerved Group pubblicata dal quotidiano “Il Sole 24 Ore”, il 2020 pare un anno di grazia, con un crollo del 41% dei dossier presentati tra gennaio e settembre 2020, anche - o soprattutto - a causa degli uffici chiusi e dei Tribunali in evidente difficoltà. E allora, il 2021, a giudicare dalle stime di Cerved Rating Agency sulle probabilità di default del sistema, potrebbe segnare una brusca inversione di rotta o, più precisamente, prendere atto del crollo dell’economia dello scorso anno. Che, come ripetiamo spesso, ha colpito per primo e più duramente il settore del turismo e dell’accoglienza, e quindi della ristorazione. Se, nel complesso, il tasso di rischio era del 4,5% nell’era pre Covid, salirà al 6% a fine 2021: a rischiare la chiusura sarebbero, secondo l’analisi, 115.000 imprese, con una possibile perdita di 300.000 posti di lavoro. I risultati peggiori, da questo punto di vista, riguardano turismo e servizi di ospitalità (alberghi e ristoranti), per cui in termini settoriali ci sono le prospettive peggiori, con tassi probabili di default che arrivano, nei casi peggiori, al 14%: in soldoni, un’azienda su sette che opera nel turismo rischia di andare a gambe all’aria.

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