Un passo importante a tutela del reddito degli agricoltori, ma anche della qualità di quanto arriva nel piatto: la Commissione Agricoltura del Senato della Repubblica ha approvato all'unanimità il disegno di legge che vieta le aste al doppio ribasso, criticità più volte negli anni segnalata come vera e propria stortura del mercato, con un sbilanciamento di potere contrattuale enorme nelle mani della grande distribuzione, rispetto al primo anello della filiera agroalimentare, quello della produzione delle materie prime.
“Le vendite sotto i costi medi di produzione non sono ammissibili, così come vanno vietate le aste al doppio ribasso praticate da alcune insegne della grande distribuzione. Sono pratiche che danneggiano tanto i produttori quanto i consumatori, perché favoriscono una spinta verso il basso e verso la mortificazione della qualità”, ha detto il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, in audizione davanti alla Commissione Agricoltura del Senato per illustrare le linee guida del suo dicastero (qui il discorso integrale).
Un passo avanti importante per “tutelare di più e meglio i nostri agricoltori, assicurando effettività ai controlli lungo la filiera e prevedendo il ruolo di Autorità di contrasto in capo alla nostra Amministrazione, in cui il Ministero avrà una responsabilità diretta fondamentale, essendo stata individuata l’autorità di contrasto nazionale nell’Ispettorato repressione frodi del Ministero”. Ed anche un passo avanti nel recepimento da parte dell'Italia della Direttiva Ue n. 2019/633 sulle pratiche sleali. Positivo il commento della Coldiretti, che, con il presidente Ettore Prandini, sottolinea come “le aste al doppio ribasso provocano forti distorsioni e speculazioni aggravando così i pesanti squilibri di filiera della distribuzione del valore visto che per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo. La norma approvata è un importante passo in avanti che va completato con il recepimento a livello nazionale della direttiva comunitaria sulle pratiche sleali nel settore alimentare con norme sul sottocosto, sul prezzo minimo garantito ed una equa distribuzione di valore grazie agli accordi di filiera”.
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