Il tema dei flussi di lavoratori agricoli dall’estero in Italia, fondamentali per il settore, è uno dei tanti nodi irrisolti nella gestione della pandemia. Ma qualcosa si muove. “Dalle patate e gli ortaggi della Piana del Fucino in Abruzzo alle coltivazioni di tabacco nel veneto fino alle zucche nel Mantovano, ai pomodori a Piacenza e alpeggi ad Aosta, è atterrata la task force salva raccolti organizzata dalla Coldiretti per aiutare le imprese agricole in crisi per la mancanza di manodopera a causa dell’emergenza Covid. Il primo contingente, trasportato da un volo charter con 142 lavoratori provenienti dal Marocco, sbarcati all’Aeroporto internazionale d’Abruzzo “Pasquale Liberi” di Pescara”, annuncia l’organizzazione agricola, che in collaborazione con l’Ambasciata Italiana in Marocco ha stato organizzato un servizio di tamponi rapidi prima della partenza dei lavoratori in aeroporto a Casablanca, “in modo da garantire il rispetto dell’Ordinanza del Ministero della Salute appena pubblicata”.
Si tratta di operai agricoli stagionali qualificati che ormai da anni - sottolinea la Coldiretti - sono impiegati sul territorio nazionale, “tanto da essere diventati indispensabili per l’attività di molte aziende nostrane, con cui in molti casi sono nati rapporti anche di amicizia. Dopo aver trascorso il periodo di quarantena, si impegneranno nei campi in Abruzzo, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Valle d’Aosta in attività che necessitano in molti casi di una elevata professionalità e che comprendono la semina delle patate, i trapianti di finocchi e carote, la coltivazione del tabacco e dei pomodori, la raccolta di meloni, zucche e zucchine”.
Il volo privato è stato organizzato dalla Coldiretti dopo che il Marocco ha sospeso tutti i collegamenti aerei con l’Italia con grandi difficoltà per molte imprese che non possono più contare su storici collaboratori. La comunità marocchina è la più numerosa tra i lavoratori agricoli fuori dei confini comunitari con quasi 36.000 persone, il 10% del totale dei braccianti stranieri che ogni anno vengono occupati da nord a sud della Penisola.
“Prima della pandemia - continua la Coldiretti - i lavoratori stranieri occupati in agricoltura erano 368.000 per la maggior parte provenienti da Romania (98.011), Marocco (35.787), India (35.355) e Albania (33.568). Una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale ma anche determinante per molti distretti agricoli come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani”. “In queste condizioni è importante l’annuncio da parte della Commissione Europea del passaporto vaccinale con l’obiettivo di consentire la libera circolazione all’interno dell’Unione per lavoro o turismo” conclude il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di lavorare a livello nazionale per accordi bilaterali con i Paesi dove è più rilevante il flusso di lavoratori.
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