Nel 2020 sono state 27 le operazioni di equity crowdfunding concluse con successo nei settori del food, design, fashion e beauty, per una raccolta complessiva che ha sfiorato i 10 milioni di euro (9,9 milioni di euro per la precisione), con una media di 366.000 euro per operazione, mentre la valutazione pre-money si è attestata a 3 milioni di euro. Ecco i risultati della ricerca firmata dall’Osservatorio Crowdfunding di Pambianco, che ha raccolto i dati sulle operazioni di crowdfunding in Italia nel 2020 nel segmento equity, monitorando i sei principali siti di crowdfunding attivi nel Belpaese: Mamacrowd, Backtowork, Crowdfundme, Opstart, TheBestEquity e StartsUp, oltre al portale specializzato Crowdfunding Buzz. Il food è il settore che più di tutti è ricorso a questo strumento, e non a caso: l’anno della pandemia ha avuto un impatto importante nelle abitudini delle persone soprattutto nell’ambito alimentare, a partire dalla diffusione del servizio di delivery. Il solo settore alimentare ha chiuso l’ultimo esercizio fiscale con 15 deal su un totale di 27, oltre la metà delle operazioni messe a segno nel corso del 2020 (57%), per un valore complessivo di poco più di 5 milioni di euro.
Nella top ten delle principali operazioni per valore, la metà è rappresentata da startup e Pmi innovative legate al mondo della ristorazione e della distribuzione alimentare, tra cui il “breadbar” Forno Brisa, che ha totalizzato una raccolta di 1,2 milioni di euro, per una valutazione pre-money di 3,2 milioni e la catena di ristoranti “kids-friendly” Benvenuto Family, che ha concluso a fine febbraio 2020 una campagna con 1 milione di euro di raccolta e una valutazione pre-money di 9 milioni. Nel primo trimestre del 2021 sono state tre le operazioni concluse, la metà rispetto a quelle archiviate nello stesso periodo del 2020. Il food si aggiudica due operazioni: Etilika, e-commerce specializzato nella vendita di vini e superalcolici, che ha raccolto quasi 1 milioni di euro (a fronte di
una valutazione pre-money di 8,2 milioni), e Acquainbrick che ha ottenuto un finanziamento di 500.000 euro (valutazione pre-money di 3,1 milioni di euro).
Dietro al food, il design si piazza al secondo posto tra i settori più ricettivi dal punto di vista dell’utilizzo dello strumento del crowdfunding, con cinque deal (Fresco Frigo Holding, Playwood, Ayuppie, Soldi Design e RD24), per un totale di un milione di euro. Il fashion guadagna la terza posizione con quattro operazioni concluse nel corso del 2020 che hanno raccolto complessivamente 1,4 milioni di euro, e che hanno in comune una forte spinta sul mondo digitale. Il beauty chiude tre operazioni ma tutte di successo sotto il profilo della raccolta, piazzandosi nella top ten 2020 per un totale di 2,3 milioni di euro.
Focus - Il crowdfunding in Italia, dalla nascita alla pandemia
L’equity crowdfunding è stato introdotto in Italia dal Decreto Sviluppo bis del 2012 con l’obiettivo di introdurre la raccolta di capitale di rischio attraverso Internet per favorire la nascita e lo sviluppo di imprese startup innovative (poi esteso a tutte le Pmi). Gli ultimi mesi hanno portato delle novità regolamentari per l’equity crowdfunding, ovvero la possibilità per i portali autorizzati di collocare minibond a investitori professionali in una sezione dedicata. Le startup e le pmi innovative, basate su nuovi modelli di business, cercano sempre di più lo strumento del crowdfunding per accelerare il loro percorso di crescita. Questa modalità, che consiste nel finanziare un progetto di una società in cambio di quote di partecipazione, si è dimostrata anche nel 2020 uno strumento resiliente e pronto a colmare le necessità di liquidità delle aziende laddove i canali di finanziamento tradizionali non sono riusciti ad arrivare in tempi brevi. È anche la conferma che la pandemia ha aperto nuove opportunità di investimento nell’economia reale attraverso il digitale, ambito in cui si sviluppa questa tipologia, nata su Internet chiamando a raccolta i “web surfers” per la raccolta di piccoli capitali, dando la possibilità ad un pubblico più ampio di intervenire anche con piccole somme. Lo strumento, originariamente aperto al pubblico, ora sta dimostrando le sue potenzialità anche tra le categorie di investitori più interessati alla diversificazione dei propri investimenti. Il contesto attuale, con bassi tassi d’interesse e grande liquidità sul mercato, vede infatti in forte ascesa gli investimenti in asset alternativi, tra cui appunto l’equity crowdfunding, anche tra l’esercito degli ex cassettisti italiani, cioè di quei risparmiatori abituati a collocamenti più sicuri e che stanno sempre di più guardando al crowdfunding come possibilità di partecipare alla raccolta di capitali di imprese più piccole e locali.
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