Una storia che si districa tra monasteri millenari e antiche leggende, vendemmie notturne e personaggi Napoleonici, che prende le mosse dalle peripezie di Antonio Arrighi, vignaiolo all’isola d’Elba da quattro generazioni, che ama andare a curiosare fra le storie antiche dei vitigni, e che scopre in circostanze misteriose come facevano il vino duemilacinquecento anni fa i greci dell’isola di Chio. Da quella scoperta nasce il Nesos, il vino che nasce dalle uve bagnate nel mare, e che diventa il gancio metaforico da cui si dipana la trama de: “I misteri di Porto Longone” (I Antichi Editori, da domani su Amazon), giallo storico di Roberto Bianchin e Luca Colferai.
È proprio nelle nasse calate in acqua per la produzione del vino marino, infatti, che restano impigliati i misteriosi scheletri di cui narra la vicenda, che risalgono all’Ottocento e che daranno il via ad un’indagine che sarà un vero e proprio viaggio nel passato, fino al periodo del soggiorno elbano di Napoleone Bonaparte, di cui ricorrono i due secoli dalla morte, che condurrà il lettore tra luoghi magici e nascosti dell’isola, personaggi bizzarri, contesse intriganti, feste in maschera e tavole imbandite, forzieri piombati e archivi segreti della Bibliotèque Nationale de France a Parigi.
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