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L’INTERVISTA

Dal vino italiano agli Usa, dal digitale al futuro della critica: a WineNews, Antonio Galloni

Il fondatore di Vinous: “ormai c’è grande qualità in tutte le Regioni. E a prezzi competitivi. E-commerce e digitale resteranno anche dopo il Covid”
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Antonio Galloni, fondatore di Vinous

Le grandi potenzialità del vino italiano, capace ormai di esprimere grande qualità ad ogni latitudine; la ripresa in Usa, mercato strategico per la cantine d’Italia, dove si respira fiducia ed ottimismo; il lascito della pandemia nel settore del mercato del vino e della critica, tra e-commerce in crescita ed eventi digitali che, almeno in parte, resteranno anche in futuro; la critica stessa che evolve, lanciando prodotti e servizi per il trade che fanno riflettere. Temi che Winenews ha affrontato con Antonio Galloni, fondatore di Vinous e tra le più autorevoli voci della critica internazionale, e grande conoscitore dell’Italia. Partendo proprio dagli States, dove Galloni vive, e dove la ripartenza, tra vaccinazione e riaperture di ristoranti e attività economiche, procede a pieno ritmo.
“A New York è stabilito che, da inizio luglio, riapra quasi tutto, i vaccini ci sono, ci sarà una grande ripartenza perchè tutti siamo stufi dell’anno e mezzo che abbiamo vissuto, e sono molto ottimista”. Hanno fatto notizia, in questi mesi, le grandi recensioni sulle grandi ultime annate di Barolo e di Brunello di Montalcino, territori che restano sugli scudi. Ma sono tanti i territori importanti del vino italiano a livello di qualità, ma anche di mercato, sottolinea Galloni.
“In Italia ormai la qualità del vino la trovi in tutte le Regioni, è un punto di forza. Chiaramente ci sono Barolo e Brunello di Montalcino sotto i riflettori, ma penso anche all’Alto Piemonte, che ha grande fascino sia per la sua storia, che per quello che stanno facendo i giovani produttori. In Toscana non è un segreto, l’ho scritto già da tempo, che il Chianti Classico è una zona con terreni fantastici, ma quest’anno sono rimasto molto colpito anche dai vini di Montepulciano, e poi ci sono zone che non copro più io, ma il mio collaboratore Erik Guido, ma che sono sempre nel mio cuore, dall’Alto Adige al Veneto, dal Friuli Venezia Giulia alla Campania, alla Sicilia, da dove viene la mia famiglia. Per cui penso che l’Italia ha potenzialità per fare grande qualità ovunque. Sul mercato magari per qualche territorio è più difficile, perchè ci vogliono grande visibilità e produttori che possono fare da leader nelle loro zone, e non tutti i territori li hanno. Ma questo, magari, può essere un’opportunità per i produttori giovani, che possono prendersi questo ruolo, questa leadership. Le prospettive per l’Italia sono molto importanti, i vini offrono grandissima qualità a prezzi più abbordabili di altre zone, si abbinano molto bene a tavola, soprattutto al cibo, per il quale oggi tutti noi cerchiamo più leggerezza e qualità della materia prima, piuttosto che preparazioni complicate e pesanti. C’è un potenziale incredibile”.
Un potenziale che andrà sviluppato in un mondo che, sotto diversi aspetti, è stato cambiato dalla pandemia, e che sarà diverso da quello che conoscevamo. Compreso il mondo della critica del vino, delle degustazioni e degli eventi, che ha vissuto con tanto digitale, degustazioni a distanza e così via. “Si torneranno a fare tante cose come prima, una volta passata la pandemia, ma altre rimarranno. Si continueranno a fare degustazioni digitali o virtuali, perchè tutto il mondo è cambiato. Una volta si andava al cinema, ora la gente vuole guardare su Netflix il film che vuole all’ora che vuole. Noi lo vediamo anche con le nostre degustazioni: c’è una grande richiesta per eventi virtuali, si fanno i live, poi si registrano, la gente può guardarseli in un altro momento, anche più volte. Io credo che questo in qualche modo rimarrà. Non dico che sia necessariamente la cosa migliore per il vino, ma, per esempio, ci sono anche queste piccole bottiglie che si possono spedire per le degustazioni, e magari si continuerà a fare anche questo. Ovviamente si torneranno a fare tante cose di persona, in presenza, ma la gente cerca sempre più flessibilità. E la sfida vera per le aziende è comunicare sempre più con il cliente finale. È molto difficile, c’è molto potenziale, lo vediamo con la distribuzione che si è spostata molto sull’e-commerce, che ha creato strade molto più dirette che in passato”.
A proposito di e-commerce, una cosa che è stata stravolta dalla pandemia, dai lockdown e dalle chiusure della ristorazione, è stata il mercato, con uno spostamento dei consumi nella distribuzione moderna e on line. “L’e-commerce continuerà a crescere - sottolinea Galloni - bisogna adattarsi ad un mondo che cambia molto velocemente. L’arma vincente è vedere le cose in positivo, l’e-commerce apre molti canali, anche per le aziende meno strutturate, la tecnologia ha questo potere. Questo non vuol dire che non andremo più al ristorante o a scegliere una bottiglia allo scaffale di una enoteca, però la tecnologia ha cambiato tutta la nostra vita, non solo nel vino, ed è un cambiamento che accelererà ancora, e va sfruttato al massimo”.
Tornando al tema della critica, un questi giorni ha fatto molto discutere, soprattutto in Usa, tra gli addetti ai lavori, il lancio del nuovo servizio di Vinous, “Vinous Preview”, che, da quanto abbiamo appreso, consente ai sottoscrittori, che possono essere produttori o distributori, di accedere ai punteggi e alle recensioni 48 ore prima che vengano pubblicate su Vinous, ma anche di accedere al calendario editoriale per pianificare al meglio campagne di promozione o comunicazione. “Vinous Preview è una evoluzione naturale nella critica enologica - sottolinea Galloni - sarebbe successo prima o poi. Vediamo un settore molto attivo, molto più tecnologico di quando ho iniziato io 15-20 anni fa. C’è una diffusione importante di punteggi e recensioni, tramite internet, email, social media, con uno scopo chiaramente commerciale. Abbiamo capito di avere utenti diversi, consumatori e professionisti. E abbiamo voluto creare questo prodotto specializzato per gli utenti professionali. “Vinous Preview” non è focalizzato sulle aziende produttrici di vino, su questo dobbiamo prendere una distanza. Non prendiamo pubblicità dai produttori, quando facciamo eventi le aziende non pagano per partecipare, a differenza delle altre testate. E questo lo dico solo per spiegare il nostro punto di vista, non per criticare le scelte degli altri, ogni giornale deve fare le scelte che ritiene giuste. Noi abbiamo seguito la strada di creare servizi diversi. “Vinous Preview” è orientato su importatori, distributori, enoteche, il canale di vendita, non di produzione, e ci sono varie cose, come l’accesso al calendario editoriale, e la possibilità di avere le recensioni 48 ore in anticipo”.
Così, dunque, pare di capire, se un distributore viene a conoscenza prima che esca di una recensione positiva di un prodotto del suo portfolio, potrebbe, per esempio, sviluppare una campagna social in contemporanea, massimizzandone l’effetto. “I punteggi e le recensioni - sottolinea, però, Galloni - potranno essere più alti delle aspettative, ma anche meno, perchè il nostro lavoro editoriale non cambia per niente, facciamo gli stessi articoli di sempre, assaggiamo gli stessi vini che abbiamo sempre assaggiato. Solo che alcuni avranno la possibilità di vedere queste recensioni due giorni prima che escano. Su questo c’è stata un po’ di confusione negli ultimi giorni, ma tengo a sottolineare che il lavoro editoriale sarà come è sempre stato”.
Un altro rumors rimbalzato nei giorni scorsi, è che Vinous accetterebbe vini in degustazione solo di chi è abbonato ad un livello “Pro”, ma Galloni smentisce: “l’abbonamento non serve per accedere alle nostre degustazioni, è necessario per chi vuole utilizzare le nostre recensioni per uno commerciale, e per questo capita che molte aziende siano abbonate. E valgono le stesse regole per importatori e distributori. Una cosa che non accettiamo, però, sono i vini mandati senza aver avuto un primo contatto. Perchè altrimenti sarebbe impossibile gestire il volume di campioni”.

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