Un fatturato di 5,7 miliardi di euro nel 2020 (+3,8% sul 2019), 6.000 allevamenti professionali e 64.000 addetti e oltre 50 milioni di euro di investimenti green negli ultimi 5 anni, che hanno portato alla produzione di 310 milioni di kw di energia elettrica rinnovabile, il recupero di 46 miliardi di litri di acque di processo e il 90% degli scarti di lavorazione e la riduzione degli antibiotici (-6% nel 2020, -88% dal 2011 ad oggi), con quasi il 60% dei mezzi a ridotta emissione di Co2 utilizzati dalla filiera. È il bilancio dell’avicoltura italiana 2020 verso gli obiettivi della transizione ecologica reso noto da Unaitalia, l’associazione che rappresenta oltre il 90% della produzione avicola nazionale durante l’assemblea nazionale “L’avicoltura italiana e le sfide della transizione ecologica. Sostenibilità e innovazione digitale per la crescita della filiera”, di scena il 22 giugno a Roma, alla presenza del Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, e delle principali associazioni agricole e della cooperazione, e che ha visto la riconferma per il prossimo triennio del presidente, Antonio Forlini.
“In uno scenario che vede la popolazione globale in continua e progressiva crescita, l’obiettivo che dobbiamo porci è produrre cibo sufficiente per tutti utilizzando sempre meno risorse naturali e conciliando sostenibilità ambientale, sociale ed economica - spiega Antonio Forlini - il settore avicolo, che con la sua filiera integrata e 100% italiana incarna perfettamente i principi del From farm to Fork, è pronto a cogliere le sfide della transizione ecologica e del Green Deal. Vogliamo essere parte della soluzione per raggiungere gli obiettivi Ue, implementando l’uso di energie rinnovabili e nuove tecnologie per impattare sempre di meno sul clima e garantire un maggior benessere animale. La nostra ambizione è arrivare entro 10 anni ad avere l’intero parco avicolo italiano non solo ad alta tecnologia, ma anche autosufficiente dal punto di vista energetico ed a ridotto impatto ambientale: diffusione dei pannelli solari, produzione di biogas, sistemi innovativi di recupero delle acque, digitalizzazione, e interventi di piantumazione per la compensazione delle Co2 negli allevamenti. Strategici risultano i fondi messi a disposizione dal Pnrr, un’occasione unica per far ripartire il Paese con un mix di investimenti pubblico-privati. Per l’avicoltura è un’occasione da non sprecare per rinnovare il parco agrisolare del 25-30% degli allevamenti. Essenziale anche la diffusione della banda larga nelle aree rurali, indispensabile per lo sviluppo tecnologico, il sostegno ai contratti di filiera e la semplificazione normativa per rendere realizzabili gli investimenti fino all’ultimo step della fase attuativa”.
Nel frattempo il Covid non ferma l’ascesa delle carni bianche. Con il 35% delle quote di mercato a volume, le carni avicole rimangono le più acquistate dagli italiani, seguite dalle carni bovine (33%) e dalle suine (21%). Crescono anche gli acquisti domestici (+10% a valore e +7,7% a volume sul 2019) e i consumi pro-capite arrivati a 21,5 kg (+1,93%). Il trend della spesa in aumento è confermato anche nel primo trimestre 2021: +1% sullo stesso periodo dell’anno precedente (dati Ismea). Merito della parziale conversione dei consumi fuori casa in consumi domestici, combinata al valore aggiunto dei prodotti. L’avicolo è infatti il settore zootecnico che più di tutti ha sviluppato la linea degli elaborati e dei confezionati, riuscendo nel 2020 quanto nel 2021 a dar maggior durabilità e flessibilità a una buona parte della produzione. Exploit anche per le uova: dopo il boom del lockdown, si confermano il segmento più dinamico nella spesa degli italiani (+14,5%, dati Ismea-Nielsen). Oggi se ne consumano circa 12,9 miliardi, pari a 216 a testa (+3,23% sul 2019), e sempre più da galline allevate a terra (+21,1%), all’aperto (+13,4%) e da allevamenti bio (+4%), secondo le elaborazioni dei dati Ismea-Nielsen Market Track. E le stime 2021 parlano di una produzione stabile, con una lieve crescita, nell’ordine del 0,3% a volume (fonte: tavolo esperti Commissione Ue).
Secondo i dati diffusi dal presidente di Unaitalia Antonio Forlini, nel 2020 crescono sia il fatturato (+3,82%), che si attesta a 5,7 miliardi di euro (4,56 miliardi per le carni e 1,15 miliardi per le uova per la sola parte agricola), che la produzione di carni bianche (pari a 1,3 milioni di tonnellate, +1,8 % sul 2019) e di uova (12,3 miliardi, + 0,7%). A registrare il trend migliore sono soprattutto il tacchino (+4%, 313.000 tonnellate) e il pollo (+1,68%), che rappresentano il 74% della produzione di carni bianche. “Il settore delle carni avicole italiane nell’anno del Covid ha mostrato la sua forte resilienza confermandosi al quinto posto tra i produttori Ue, con una produzione in crescita dell’1,8%, in controtendenza alla media europea (-0,1%) - aggiunge il presidente Unaitalia - secondo le stime della Commissione Ue l’Italia nel 2021 sarà l’unico fra i primi cinque Paesi produttori Ue a segno più (+0,1%) con una produzione sui 1,39 milioni di tonnellate, in linea con l’anno precedente”.
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