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DAL CAMPO ALLA TAVOLA

Tra salutismo e sostenibilità, il bio conquista gli italiani. Ed il made in Italy vola all’export

I trend ed i numeri del settore di scena al Sana - Salone internazionale del biologico e del naturale (Bologna, 9-12 settembre)

Cavalca (o guida) la crescita di tutto quello che è green e sostenibilità, dal campo al piatto, guardando tanto alla salute dell’uomo che a quella dell’ambiente, il comparto del biologico, importante sempre più sul fronte del cibo, ma non solo. Una “rivoluzione” in corso, quella del bio, guidata dalla sensibilità dei consumatori (consumano prodotti bio l’89% delle famiglie italiane), dei produttori (oltre 70.000 i coltivatori bio e 10.000 le imprese di trasformazione in Italia, primato europeo) ma anche delle istituzioni, con un’Europa che sta puntando fortemente sul biologico con il Green Deal, le strategie di attuazione Farm to Fork e Biodiversità e il Piano d’azione che supporta con iniziative concrete gli obiettivi ambiziosi che puntano a triplicare le superfici agricole coltivate a biologico e a ridurre l’uso dei pesticidi e degli antibiotici del 50% entro il 2030. Intanto, i numeri dicono che le vendite alimentari bio, nella prima metà del 2021, hanno toccato i 4,6 miliardi di euro in Italia (+5% sui primi 6 mesi 2020, ed i 2,9 miliardi di euro all’export, +11% sulla prima metà 2020, con l’Italia secondo esportatore mondiale in valore dopo gli Usa), secondo i dati dell’Osservatorio Sana 2021, di scena al Sana - Salone internazionale del biologico e del naturale https://www.sana.it/home-page/1229.html, promosso da BolognaFiere e a cura di Nomisma, con il patrocinio di FederBio e AssoBio e il sostegno di Ice Agenzia. In particolare, spiega l’osservatorio, i consumi domestici, con un valore di oltre 3,8 miliardi di euro, rappresentano la porzione più importante del mercato (+4% sul 2020, anno terminante luglio). La dinamica dell’away from home risente positivamente delle progressive riaperture di ristorazione e pubblici esercizi, del ritorno alla mobilità e della progressiva diminuzione del ricorso allo smart working: dei primi mesi del 2021: questi i principali motivi della crescita del biologico nei canali fuori casa (+10% sullo stesso periodo dell’anno precedente) e una dimensione che ha di poco superato i 700 milioni di euro.
Nel mercato domestico la Distribuzione Moderna è il canale di riferimento: nel 2021 (anno terminante luglio - Fonte Nielsen) le vendite di biologico hanno raggiunto 2,2 miliardi di euro. Al secondo posto, la rete dei negozi specializzati che sfiorano il miliardo di euro di vendite e continuano a crescere, mettendo a segno un aumento del +8% rispetto all’anno precedente. In espansione le vendite anche negli altri canali (negozi di vicinato, farmacie, parafarmacie, mercatini, Gas - Gruppi di acquisto solidale) che registrano vendite per 723 milioni di euro (+5% sullo stesso periodo dell’anno precedente).
Segue, per ampiezza, il canale discount (205 milioni di euro), che segna inoltre una decisa crescita (+11%). Ma è soprattutto l’eCommerce a segnare l’incremento più significativo: +67% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con 75 milioni di euro di vendite.
La composizione degli acquisti bio in distribuzione moderna identifica la drogheria alimentare (pasta, prodotti da forno, conserve, sughi ...) la prima categoria per vendite a valore - con una incidenza pari al 57% del totale del carrello; seguono i prodotti freschi - formaggi, salumi, yogurt, uova - (21%) ed ortofrutta (12%). In merito alle referenze, sono uova, confetture e spalmabili a base di frutta, bevande vegetali i prodotti più venduti.
La crescita dei consumi domestici, spiega ancora l’Osservatorio, riflette il progressivo ampliamento della consumer base (almeno una occasione di acquisto negli ultimi 12 mesi) che nel 2021 ha raggiunto ormai l’89% delle famiglie (nel 2012 questa percentuale era del 53%).
Questo significa che oggi quasi 9 famiglie su 10 hanno acquistato almeno una volta nell’ultimo anno un prodotto biologico e che, in soli 9 anni, il numero di famiglie acquirenti è aumentato di 10 milioni.
E il bio non è di certo una moda: in oltre la metà delle famiglie italiane (54%), cibo e bevande bio si consumano almeno una volta a settimana, e per il 50% dei responsabili degli acquisti alimentari il biologico nel carrello rappresenta sempre la prima scelta, soprattutto per alcune categorie di prodotti come frutta, verdura e uova. Ma quale è il profilo del frequent user bio? Diversi sono i fattori che incidono sull’interesse verso i prodotti bio: in primis, il reddito e il titolo di studio (la quota di frequent user è più alta tra i responsabili di acquisto con reddito mensile e titoli di studio medio-alti), ma anche la composizione del nucleo familiare (dove ci sono figli e, in particolare, bambini con meno di 12 anni, la percentuale di user abituali cresce fino al 62%). Anche le abitudini alimentari influenzano il consumo frequente di prodotti bio: nelle famiglie in cui ci sono vegetariani o vegani il tasso di frequent user bio sale al 76%.
La dinamica dei consumi e le vendite nei diversi canali si è resa possibile grazie all’evoluzione degli assortimenti: il 52% dei consumatori si dichiara soddisfatto rispetto all’offerta a scaffale (anche se solo l’11% lo è completamente). Questo ha innalzato il livello di fedeltà di molte famiglie italiane, che non hanno modificato le proprie abitudini di acquisto verso il bio neanche durante la pandemia: il 62% degli user bio, infatti, continua a comprare bio come nel pre-Covid e il 25% ha addirittura aumentato la propria spesa, spinto da necessità salutistiche e scelte sostenibili sempre più impellenti. Complessivamente tra gli attributi incentivanti all’acquisto di biologico c’è la provenienza: il 57% decide di comprare un prodotto bio se gli ingredienti sono di origine italiana e il 37% se la sua provenienza è locale o a km zero.
Ma quale è la leva che guida il primo acquisto? Sicuramente la curiosità (per un 57%), ma ancor di più la voglia di mettere a tavola prodotti di elevata qualità che garantiscano benefici sulla salute (64%) poiché privi di pesticidi e chimica di sintesi. Tra i fattori che invece continuano ad attrarre i consumatori abituali, compaiono anche altri valori che il bio incorpora, primo tra tutti la sostenibilità: il rispetto della biodiversità, del suolo, il benessere animale ma anche il giusto compenso per i lavoratori agricoli che lo producono rappresentano dei buoni motivi per comprare un prodotto alimentare biologico secondo il 39% dei consumatori. Anche le caratteristiche della confezione sono importanti nelle scelte di acquisto: il packaging del prodotto bio deve essere sostenibile, il che si traduce, per il 52% dei consumatori, in una confezione riciclabile al 100% oppure totalmente compostabile (per un altro 27%).
“Il biologico si conferma un mercato in grande crescita. Dai dati dell’Osservatorio Sana - ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio - i consumi interni sono aumentati nel 2021 del 5%, l’away from home del 10% e l’export del bio made in Italy dell’11%, segno che i consumatori preferiscono la bioagricoltura, l’unica in grado di neutralizzare i cambiamenti climatici e produrre nel rispetto dell’ambiente e della salute. Il Sana 2021, preceduta da RivoluzioneBio, si colloca in un momento fondamentale per la definizione delle strategie per la transizione agroecologica dell’agricoltura dei prossimi 10 anni. Siamo nel percorso di stesura del Piano Strategico Nazionale (Psn) della Politica Agricola Comunitaria (Pac) che dovrà indicare gli obiettivi di crescita del biologico e gli strumenti per raggiungerli. Il Psn dovrà fare scelte rilevanti per il bio in linea con gli obiettivi ambiziosi del Green Deal e le Strategie europee supportate dal Piano d’azione. Per questo ci auguriamo un veloce approvazione definitiva della legge sul biologico. Si tratta di una norma fondamentale che consentirebbe di far approvare in tempi brevissimi il Piano d’Azione Nazionale per definire gli interventi concreti per la crescita del biologico”.
“In chiave di sostenibilità economica, ambientale e sociale, nell’ultimo anno il ruolo del biologico si è rafforzato grazie ad un mercato estremamente ricettivo verso i prodotti bio e di origine italiana - osserva Roberto Zanoni, presidente AssoBio - e questo attribuisce uno speciale significato all’edizione 2021 di Sana, a pochi mesi dall’approvazione in Senato della legge sull’agricoltura biologica, che adesso attende il passaggio alla Camera, oltre ad essere l’espressione di un settore solido e con ampie possibilità di crescita, è anche l’affermazione della volontà sempre più frequente da parte dei consumatori di scegliere biologico e condividere i valori da esso veicolati. L’Osservatorio Sana dimostra una volta di più che il biologico sta crescendo in Italia come in tutto il mondo - prosegue Zanoni - ma mentre siamo i primi in Europa per numero di coltivatori biologici (oltre 70.000) e di imprese di trasformazione (oltre 10.000), la spesa pro capite cresce lentamente: appena 70 euro contro i 188 euro in Francia, 180 euro in Germania (dati: Fibl & Ifoam, 2021). Comunicazione, formazione e ricerca universitaria, istruzione scolastica: sono queste le linee su cui il governo italiano dovrebbe investire per innescare un processo virtuoso nello sviluppo di un’economia agricola biologica anche in Italia. Una svolta culturale necessaria, per sostenere produttori e distributori impegnati a fornire ogni giorno beni sostenibili a tutti i livelli della filiera, dal prodotto all’imballaggio”.

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