Mentre tante organizzazioni e filiere, da quelle agricole alla logistica, lanciano allarmi di carenza di manodopera per l’elevato numero di lavoratori ancora senza green pass, che, dal 15 ottobre, sarà obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro, la ristorazione, uno dei settori più colpiti dalla pandemia, lancia invece un messaggio contro corrente e tranquillizzante. “Sono 35, massimo 40.000 i lavoratori dei pubblici esercizi che ancora non si sono sottoposti a vaccinazione. Insomma, meno del 10% di chi lavora in bar e ristoranti sarebbe al momento senza green pass. Una percentuale quasi dimezzata rispetto alla media nazionale che si registra negli altri comparti”. Così l’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici Esercizi.
“Lo shock del primo e del secondo lockdown, che hanno visto decine di migliaia di dipendenti di bar e ristoranti restare senza lavoro per mesi, ha scatenato una reazione forte di auto protezione - spiega Roberto Calugi, dg Fipe/Confcommercio - il risultato è che la stragrande maggioranza dei nostri collaboratori è corsa a vaccinarsi appena possibile. Il desiderio di lavorare senza rischi e con continuità si è rivelato più forte di qualsiasi altra considerazione. Rimane la preoccupazione - aggiunge Calugi - per i dipendenti non vaccinati che, per accedere ai luoghi di lavoro, dovranno effettuare ripetutamente il tampone. Dopo i chiari di luna del primo lockdown e i lunghi mesi di misure restrittive, abbiamo bisogno di ogni singolo lavoratore per poter offrire ai nostri clienti un servizio all’altezza e questa nuova complicazione, pur necessaria, non aiuta”.FOTO
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