Dopo due anni di grande crescita - nel 2019 hanno ospitato nelle case più di 10.000 clienti totalizzando vendite lorde pari a 1,2 milioni di euro, +225% sull’anno precedente - il business model de “Le Cesarine”, il network di 1.500 cuoche amatoriali che, da anni, accolgono nelle loro tavole ospiti in oltre 450 località italiane, è riuscito a adeguarsi alla recente crisi sanitaria e alle relative restrizioni al turismo, prima con lezioni di cucina online e dirette social (sono state oltre 10.000 le persone collegate da tutto il mondo, in particolare americani, canadesi e inglesi) e poi attirando investitori di alto livello e deliberando un’operazione di aumento di capitale in modalità di convertendo per un importo massimo di 3 milioni di euro.
Adesso, sull’onda di un successo travolgente, il progetto Cesarine.com muove un ulteriore passo lanciando una linea di prodotti e di sapori domestici autentici, quelli che, in una ristorazione italiana turistica sempre più standardizzata, non si trovano più: dalla cremosa cacio e pepe al ragù bianco di cortile, dal crostino toscano al friggione bolognese, dalla marasca allo zabaione di casa; 50 referenze (destinate ad aumentare), non presenti sugli scaffali della grande distribuzione, raggiungeranno prima l’Europa e poi le destinazioni oltreoceano.
L’idea della linea di prodotti “Le Cesarine” è nata come una risposta all’esigenza del turista straniero, costretto nei confini del proprio Paese, ma anche della clientela nazionale, che durante il lockdown ha riscoperto l’amore per la cucina e le tradizioni culinarie locali. Una linea di prodotti che promuove la dieta mediterranea come scelta alimentare e modello sano, salutare e sostenibile, privilegia i prodotti tipici dei territori e protegge l’ambiente combattendo lo spreco alimentare grazie ad un consumo responsabile di cibo fatto di prodotti di stagione e ricette di recupero.
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