Il vino importato torna a volare in Cina dove, dopo la battuta d’arresto causata dalla pandemia, l’economia è tornata a girare a pieno ritmo, così come i consumi e, di conseguenza, le importazioni enoiche. Che, dopo la flessione del 2020 (-27%) ha già recuperato il terreno perduto, facendo anche meglio del 2019, con l’Italia che, complice l’Australia fortemente penalizzata dalle misure antidumping (-84,5% in valore nei primi sei mesi del 2021 sul 2020), si ritrova al terzo posto tra i maggiori esportatori di vino in Cina, dietro a Cile e Francia, con 75,5 milioni di euro di vino spedito nei primi 7 mesi 2021, per una quota del 10,3% e un prezzo medio a bottiglia cresciuto del 15%. Una corsa destinata a proseguire sui binari di “Icon Italy”, il roadshow organizzato da Vinehoo - piattaforma che importa e distribuisce vino online da un milione di utenti registrati - insieme alla italiana BWine School che porta le cantine del Belpaese in giro per la Cina. Due le tappe, l’11 dicembre a Shanghai e il 18 dicembre a Guanzhou, in cui le cantine italiane incontreranno operatori e wine lover, presentando al pubblico dei professionisti le “icone” del vino italiano, con un’attenzione particolare per i piccoli e medi produttori, da importare e proporre direttamente ai consumatori, segnale di un mercato che cambia e, oltre ai grandi brand, inizia a ricercare particolarità regionali da proporre agli appassionati.
Ma qual è, oggi, la percezione che i consumatori cinesi hanno del vino italiano? Alta acidità, tannino marcato, molto astringente in bocca: così viene descritto il vino italiano e queste sono anche alcune delle principali difficoltà che spiegano il perché dall’Italia arrivi in Cina solo il 10% del vino importato. I consumatori sono abituati a vini più dolci e amabili, come quelli provenienti dai mercati cileno e americano, o blasonati, come i francesi. A dirlo è una analisi di Vinehoo, che mette in evidenza alcune delle principali lacune che stanno facendo ritardare l’exploit atteso del vino tricolore in questo importante mercato. “Oltre a questo, uno dei problemi maggiormente riscontrati è anche l’identità del vino italiano, tra troppe denominazioni e varietà di vitigno, che naturalmente generano grandi differenze di stile e di riconoscibilità del vino per il consumatore cinese - spiega Eva Xia, responsabile acquisti del gruppo Vinehoo - ma nonostante tutto, in questo momento questi possono anche diventare i fattori di successo per il vino italiano in Cina, serve solo un lavoro continuativo da parte di aziende e consorzi per poter educare il consumatore cinese a questa cultura e alle diversità”.
Secondo l’analisi di Vinehoo Piemonte e Toscana sono le due regioni più popolari in Cina e i vini a base di Nebbiolo e Sangiovese i più acquistati e conosciuti. In questo caso il prezzo alto denota qualità e blasone mettendoli al piano dei vini francesi e americani. Tuttavia dal 2020 c’è stata una maggiore attenzione verso vini siciliani, alto atesini e friulani. Il Prosecco, vista la sua amabilità al palato, potrebbe avere un enorme potenziale che ancora non sfrutta, così come i vini naturali, ancora un mercato vergine per i consumatori locali che si stanno appassionando adesso a queste dinamiche produttive. L’Etna è invece regione ormai riconosciuta tra gli appassionati.
Focus - Vinehoo, un colosso che promuove e importa i migliori vini italiani
Vinehoo (Wineyun.com) è una importante piattaforma cinese, con base operativa a Shanghai, per l’acquisto online di vino, destinata (principalmente ma non solo) al consumatore finale, con oltre un milione di utenti registrati. Nato nel 2004, Vinehoo è cresciuto molto negli anni, fino a diventare un punto di riferimento per i wine lovers cinesi, con un account WeChat seguito da oltre 150.000 followers. Fa parte di un grande gruppo, Banniere Wineyun, che si occupa anche di comunicazione e On Trade Business, con un ampio catalogo di prodotti in distribuzione, importati direttamente e direttamente distribuiti. Vinehoo importa alcuni vini direttamente, mentre altre referenze sono acquistate dagli operatori in Cina e rivendute tramite la piattaforma, anche attraverso le vendite a tempo (“Flash Sales”). Tra le peculiarità del gruppo cinese quella di offrire anche una sezione “Vip Clients”, alla quale possono accedere clienti con un elevato potere d’acquisto. Vinehoo organizza, dal 2016, un Road Show annuale, “Icon Italy”, le cui tappe principali sono Shanghai, Pechino e Guangzhou, considerato dai partecipanti stessi uno dei veicoli più efficaci per raggiungere il cliente finale, il bevitore cinese di vino. Il numero di bottiglie di vino italiano vendute da Vinehoo da gennaio a giugno 2021 rappresenta, con il 19,6%, il primo mercato, e in quantità il vino italiano lanciato sulla piattaforma on line del gruppo Vinehoo rappresenta il 20,3%.
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