“Con un atto di responsabilità è stata accolta la nostra proposta per un aumento di 4 centesimi del prezzo minimo del latte alla stalla in Italia senza che vi sia un impatto sui consumatori”. A dirlo il presidente Coldiretti Ettore Prandini, nel commentare il protocollo di intesa firmato dall’intera filiera al tavolo convocato dal Ministro delle Politiche Stefano Patuanelli sulla crisi del latte. “Una scelta etica - aggiunge Coldiretti Veneto - per salvare le 3.500 stalle da latte presenti su territorio regionale dove si mungono 10 milioni di quintali di latte destinato ad una produzione casearia di assoluto pregio”. La Grande Distribuzione Organizzata (Gdo), dunque, si impegna affinché si valorizzino e si incrementino gli acquisti di latte UHT, latte fresco, yogurt e formaggi freschi e semi stagionati, tutti da latte 100% italiano, riconoscendo un premio “emergenza stalle” che viene corrisposto alle imprese della trasformazione per poi essere riversato integralmente agli allevatori, sino a 3 centesimi di euro al litro di latte, con una soglia massima di intervento pari a 0,41 euro/litro alla stalla, iva esclusa.Le imprese di trasformazione, incluse le cooperative, a loro volta - continua la Coldiretti - si impegnano a riconoscere agli allevatori loro fornitori un premio aggiuntivo sino a 1 centesimo di euro al litro di latte entro la soglia fissata di 0,41 euro/litro alla stalla, iva esclusa, per il latte conferito nella Regione Lombardia, parametro dal quale determinare le soglie di premio indicativo per il latte conferito nelle altre Regioni d’Italia, senza tuttavia andare a diminuire quanto già riconosciuto. Nella contrattualistica che regola i rapporti commerciali in essere sarà inserita la dicitura “Premio emergenza stalle”. All’applicazione dell’intesa - sottolinea Coldiretti - deve seguire una adeguata campagna pubblica di sensibilizzazione sul consumo di latte e derivati e per la valorizzazione di una produzione nazionale che supera le 12 milioni di tonnellate all’anno.
“L’intesa salva le 26.000 stalle da latte italiane rimaste che nel corso dell’anno 2021 hanno dovuto subire un rilevante aumento dei costi di produzione con un rincaro delle materie prime e dei foraggi” sostiene il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “si tratta di valorizzare la filiera lattiero-casearia nazionale, che esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro, occupa oltre 100.000 persone e genera una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale nel Paese e che rappresenta, di fatto, il primo comparto dell’agroalimentare nazionale”.
Il protocollo, firmato oggi, dalla filiera lattiero casearia sul prezzo del latte alla stalla “è un segnale di unità pur nella complessità del momento, di una filiera che funziona e che potrà essere ancora più rafforzata da un’altra progettualità del Pnrr con i contratti di filiera”, ha detto il Ministro Patuanelli, intervenendo in video collegamento al “Dairy Summit” a Veronafiere, ringraziando pubblicamente “tutti i partecipanti di questo mese di confronto dai produttori alla trasformazione all’industria e alla grande distribuzione”.
“È stato raggiunto un primo importante risultato. Ringraziamo il ministro Patuanelli per essersi impegnato a raggiungere un accordo tra le parti, e tutta la filiera che ha colto la necessita’ di un’intesa capace di dare respiro agli allevamenti”, ha commentato il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, secondo il quale “ora è indispensabile lavorare per valorizzare il prodotto italiano, obiettivo che vede impegnata in prima linea la parte agricola e che deve vedere coinvolti tutti gli attori. Siamo particolarmente soddisfatti che sia stata accolta la nostra proposta di rendere strutturale il Tavolo con un apposito decreto ministeriale che rendeà’ permanente il dialogo e il confronto, nel comune interesse di superare le criticità e individuare ogni possibile iniziativa utile a sostenere il settore. Finalmente - conclude Giansanti - si inizia a recuperare un assetto più equilibrato della filiera, che vale oltre 16 miliardi di euro e occupa più di 100.000 persone. Non dimentichiamo che l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia nel corso del 2021 sta mettendo a dura prova il settore lattiero-caseario e non solo, e che la tenuta delle imprese ha ricadute positive in termini di reddito e coesione sociale”.
“È un risultato importante perché tutti gli attori della filiera hanno dialogato in maniera costruttiva per confrontarsi su un tema delicato. Con Federdistribuzione e le altre associazioni della distribuzione siamo stati presenti al tavolo sin dal primo momento, partecipando a tutti i passaggi che hanno portato a questo risultato. Abbiamo chiesto l’attivazione immediata di un tavolo tecnico perché da oggi sarà determinante lavorare sugli aspetti concreti di attuazione del protocollo”, ha commentato Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione. “Le nostre aziende, come tutte le catene della Gdo, sono realtà di grandi dimensioni e non trattano direttamente con il singolo allevatore: occorre quindi continuare a muoversi in un’ottica collaborativa con tutti i soggetti della filiera che sono coinvolti, affinché le premesse contenute nel protocollo si possano tradurre, in maniera semplice ed efficace, in qualcosa di applicabile dalle aziende”.
Intanto, a tracciare il futuro del settore è il report Ismea, commissionato dall’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, secondo il quale, nei prossimi 5 anni la produzione di latte bovino in Italia aumenterà del 10-15%, con un tasso di variazione medio annuo del 2-3%, verosimilmente più accentuato nei primi anni e che è destinato a proseguire fino al 2030, per poi affievolirsi nei decenni successivi. In conseguenza della maggiore disponibilità di materia prima nazionale, le importazioni di latte dall’estero dovrebbero subire una contrazione dell’8% in volume, considerando anche la maggiore disponibilità di materia prima nazionale e il calo della domanda interna. Assai ottimistiche le previsioni sulle esportazioni che, secondo, Ismea dovrebbero aumentare significativamente, con un trend di crescita del +25% in volume nei prossimi cinque anni.
Nel report di Ismea sono delineate anche le stime sulla produzione di latte bovino nazionale: l’Italia raggiungerà l’autosufficienza teorica in termini di materia prima in pochissimi anni, (oggi è ferma all’80%). Negli ultimi cinque anni la produzione di latte vaccino in Italia è significativamente aumentata, superando i 12,6 milioni di tonnellate nel 2020 (+13,4% rispetto al 2015, + 4,4% tra il 2020 e il 2019). La maggior parte dell’incremento produttivo si è realizzato nelle regioni del Nord Italia (Lombardia +19%, Emilia Romagna +15%, Veneto +6,0%, Piemonte +15%), ma anche in alcune regioni del Mezzogiorno (Puglia +12%, Sicilia e Basilicata +11%, Calabria +17%). A fronte dell’aumento delle consegne di latte (+13% nell’ultimo quinquennio), il prezzo alla stalla del latte nazionale è mediamente aumentato del 3% tra il 2015 e il 2020.
“Affinché il significativo aumento della produzione di latte a livello nazionale sia sostenibile da un punto di vista economico - ha commentato Giovanni Guarneri, Coordinatore settore lattiero-caseario di Alleanza Cooperative Agroalimentari - la filiera dovrà affidarsi ad una strategia che punti, da un lato, a sviluppare nuovi canali commerciali aumentando l’export dei prodotti caseari (anche in considerazione delle prospettive di crescita della domanda mondiale) e, dall’altro, riesca ad individuare e implementare nuovi segmenti di mercato con destinazioni alternative della materia prima latte.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024