Bevande a base di soia, riso, avena e mandorla, ma anche farro, nocciola e cocco, sono sempre più diffuse nella grande distribuzione, etichettate come “latte” e commercializzate come più sani e sostenibili. Il latte vegetale è uno dei trend alimentari più in crescita degli ultimi anni. Nel 2025 raggiungerà nel mondo un giro d’affari di 22,4 miliardi di dollari, e anche in Italia la tendenza è la stessa: il 2020 ha registrato un +8,2% in volume e +7,5% in valore, superando oltre 150 milioni di litri consumati, mentre i consumatori sono 12 milioni, tra chi lo è per necessità (vegani e intolleranti al lattosio), chi per moda o per curiosità e chi per limitare l’impatto ambientale del processo di produzione. I numeri arrivano dalle Fiere Zootecniche Internazionali (a Cremona, da oggi al 28 novembre), uno degli appuntamenti più importanti del settore, con oltre 200 espositori dall’Italia e dall’estero, mostre zootecniche e appuntamenti per affrontare tutti i temi più caldi del comparto agricolo e agroalimentare.
“La tipologia di latte vegetale più consumata in Italia è il latte di soia, con 52 milioni di litri consumati nel 2020, seguito dal latte di riso e dal latte di mandorla - sottolinea Manila Bianchi dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta - i consumatori utilizzano abitualmente bevande alternative al latte principalmente per intolleranze o allergie, per piacere o per motivazioni etiche”.
Ma il latte vegetale, sottolineano dalle Fiere Zootecniche Internazionali, non è vero latte, nel senso che non ha proprietà sensoriali e nutrizionali del latte vaccino (il cui consumo in Italia è calato del 2%), inclusi aminoacidi essenziali e proteine. La crescita della popolazione mondiale prevista, inoltre, imporrà anche la ricerca di nuove produzioni oltre a quelle tradizionali. Le bevande a base vegetale hanno poi dato un bel colpo all’industria lattiero-casearia “tradizionale”. Questo apre molti interrogativi su come si sta evolvendo il mercato e sulla reale percezione del consumatore sulle produzioni zootecniche, che nei fatti sono sempre più sostenibili.
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