Per la ristorazione italiana, ovviamente, il Natale 2021 sarà nettamente migliore del 2020. Considerazione lapalissiana, visto che un anno fa l’Italia tutta era in pieno lock-down a causa del Covid-19. Quest’anno, saranno 76.000 i ristoranti aperti il 25 dicembre, dove festeggeranno a tavola con parenti e amici 4,4 milioni di persone, secondo le stime dell’Ufficio Studi Fipe/Confcommercio (Federazione dei Pubblici Esercizi). Eppure, la nuova crescita dei contagi (sebbene la situazione degli ospedali sia lontana dalla criticità dei mesi più duri della pandemia) torna a gettare grande incertezza, con un recupero lontano rispetto al 2019, tanto che le previsioni, rispetto all’ultimo Natale pre-pandemia, indicano un calo della clientela quantificato in 500.000 unità e anche del numero di locali pronti a restare aperti il giorno di Natale, il 64,1% del totale.
Ad alimentare le incognite, sottolinea la Fipe, si aggiungono da un lato il peggioramento dell’emergenza sanitaria, dall’altro il nuovo super green pass. Il 48,1% dei ristoratori intervistati prevede un impatto significativo del provvedimento sul totale delle prenotazioni, mentre il 12,4% preferisce non lanciarsi in alcuna ipotesi per il momento. Ciò che appare evidente, invece, è che cominciano ad arrivare le prime disdette anche se, per il momento, sono ancora poche. Solo il 4,4% degli imprenditori segnala passi indietro da parte degli avventori.
Tuttavia per 6 ristoratori su 10 le aspettative rimangono positive o molto positive, a fronte di un 30% di gestori che, al contrario, vede un Natale ancora in chiaroscuro. “Dicembre è un mese estremamente delicato per il mondo della ristorazione - spiegano dall’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio - da solo vale il 10% del fatturato dell’anno e dunque l’attenzione è massima. In questo 2021 saremo ancora lontani dai livelli precovid: la nostra previsione per il mese è infatti di 7,1 miliardi di euro, a fronte degli 8,8 miliardi del 2019. Una flessione del 19,4% sul quale pesa sicuramente la contrazione dei flussi turistici internazionali, anche in conseguenza delle misure restrittive adottate dal Governo, ma anche la riduzione degli eventi aziendali, per i quali registriamo numerose cancellazioni”.
Cresce, infine, la previsione di spesa degli italiani per il menu delle feste: dai 56 euro del 2019 siamo passati a 60 euro di media. Nel 13,7% dei locali si potranno spendere meno di 40 euro, nel 42,7% dei casi il conto oscillerà tra le 40 e le 60 euro, mentre nel 43,6% dei ristoranti si supereranno le 60 euro. Secondo le stime di Fipe-Confcommercio, dunque, la spesa complessiva degli italiani si assesterà attorno ai 266 milioni di euro. A farla da padrone, anche quest’anno, saranno i menù a prezzo fisso: formula scelta dal 78,8% dei gestori, con il 44,7% che ha deciso di includere anche le bevande, mentre il 34,1% ha preferito escluderle.
Intanto, però c’è chi già denuncia perdite ingenti, come la Anbc (Associazione Nazionale Banqueting Catering). “Come per molti altri settori dicembre 2021, con le sue festività, rappresenta un periodo fondamentale anche per il mondo del catering - dichiara il presidente Paolo Capurro - in un periodo normale il fatturato dell’ultimo mese dell’anno corrisponde a circa un quinto del totale annuo, parliamo di 500 milioni su 2,5 miliardi. Ad oggi, sono andati in fumo già ben 300 milioni di euro a causa delle numerose disdette a cui stiamo assistendo, malgrado super Green Pass e scrupoloso rispetto dei protocolli. La paura per una quarta ondata della pandemia sta provocando perdite assolutamente insostenibili per un comparto che è stato tra gli ultimi a riprendere le attività e che vive di programmazione a medio-lungo termine”.
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