Più sicurezza, chiarezza e tutela nei confronti del consumatore. Va in questa direzione la decisione presa sulla proroga fino al 30 giugno 2022 dell’indicazione di origine in etichetta assunta con un decreto a firma dei Ministri delle Politiche Agricole, dello Sviluppo Economico e della Salute. La conferma tocca prodotti simbolo del made in Italy e di largo consumo, è il caso del grano duro, riso, pomodoro, latte e carni suine. La proroga dei regimi sperimentali in materia di indicazione dell’origine in etichetta è stata accolta con soddisfazione da Confagricoltura.
“Una decisione - ha commentato il presidente Massimiliano Giansanti - che abbiamo sostenuto e sollecitato perché va incontro all’esigenza di informare con assoluta chiarezza e trasparenza i consumatori. E, allo stesso tempo, va incontro all’impegno degli agricoltori italiani per la sicurezza e la qualità dell’alimentazione. Occorre accelerare il passo in ambito europeo per armonizzare le regole relative all’indicazione dell’origine dei prodotti destinati all’alimentazione. In numerosi Stati membri si registrano iniziative nazionali che stanno a dimostrare la rilevanza della questione. A questo riguardo rileviamo con favore che i temi dell’origine dei prodotti e dell’informazione dei consumatori fanno parte del programma di lavoro per il semestre di presidenza francese dell’Unione europea che avrà inizio il prossimo 1 gennaio. Abbiamo anche l’occasione - conclude Giansanti - per tentare di avvicinare le posizioni sul sistema di etichettatura Nutriscore che, senza basi scientifiche, danneggia la Dieta Mediterranea”.
Anche il Sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio ha commentato con soddisfazione la firma da parte dei Ministri Stefano Patuanelli, Giancarlo Giorgetti e Roberto Speranza del decreto interministeriale che coinvolge Mipaaf, Mise e Ministero della Salute. “Un risultato frutto di un lavoro di squadra che si traduce in più trasparenza per i consumatori e maggiore competitività per i nostri prodotti agroalimentari. L’auspicio è che l’Italia sia da esempio anche per Bruxelles. Un’etichettatura trasparente sull’origine delle materie prime permette ai consumatori di fare scelte consapevoli davanti allo scaffale. E sappiamo quanto - anche complice la pandemia - si cerchi e si apprezzi sempre di più la qualità e la sicurezza targata made in Italy”.
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