Un hub, fisico e digitale, ed un progetto capaci di integrare scienza e gastronomia, attraverso cui generare un ecosistema gastronomico che sappia affrontare le sfide globali di oggi - in particolare quelle causate dai cambiamenti climatici - in cucina, ed in cui ospitare talenti multidisciplinari, chef, start-up e ricercatori. È l’obiettivo, ambizioso e annunciato già qualche mese fa, in una prospettiva che guarda al 2024, del “Gastronomy Open Ecosystem” del Basque Culinary Centre di San Sebastiàn, la più importante università internazionale per chef ed operatori del settore alimentare, che si propone così come epicentro globale per la tecnologia alimentare, in collaborazione con i governi locali e regionali.
Il “Gastronomy Open Ecosystem” sta già creando verticali di ricerca per lo sviluppo di proteine alternative, della robotica agricola e per la prevenzione delle perdite e degli sprechi alimentari. Senza dimenticare che il settore agricolo è responsabile di quasi il 20% delle emissioni globali di carbonio, perciò si prevede che la tecnologia alimentare vedrà una crescita esponenziale nei prossimi anni.
L’idea è quella di fare del “Gastronomy Open Ecosystem” (Goe) un punto di riferimento iconico per San Sebastian, un po’ come il Guggenheim per Bilbao, in una nuova sede, uno spazio aperto all’interno della città che verrà individuato dal bando internazionale a cui hanno già aderito alcuni degli studi di architettura più importanti al mondo, come 3xn (Danimarca), Big - Bjarke Ingels Group (Danimarca), Oma - Office of Metropolitan Architecture (Olanda), Snøhetta (Norvegia) e Toyo Ito & Associates (Giappone).
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