Basta sostegni a pioggia e “bonus” vari: per rilanciare davvero l’economia italiana nel quadro post pandemico - che, nonostante i rincari monstre di energia e materie prime e non solo, resta positivo, nel medio termine - possono avere motivo di esistere ancora dei supporti ad alcuni specifici settori ed a certi tipi di impresa più colpiti dalla pandemia e il cui recupero è rallentato dalle norme anti Covid, ma non altri. Che potrebbero avere addirittura effetti deleteri per imprese, consumatori e conti pubblici. È, in estrema sintesi, il senso del messaggio, arrivato dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, intervenuto al convegno annuale Assiom Forex, nei giorni scorsi.
“Dall’avvio della crisi pandemica la nostra economia ha mostrato una forte capacità di recupero, fornendo segnali incoraggianti sulle sue condizioni di fondo. La produzione industriale si è riportata già dalla scorsa primavera sui livelli precedenti la pandemia; il Pil vi ritornerebbe alla metà di quest’anno, l’occupazione verso la fine. L’economia ha tratto ampio beneficio dagli interventi di sostegno che, salvaguardando il sistema produttivo e l’occupazione durante le fasi più acute della crisi, hanno permesso una rapida ripresa dell’attività una volta attenuate le misure di contenimento. Nell’attuale contesto di progressivo recupero - sottolinea Visco - limitati interventi di natura emergenziale possono ancora trovare giustificazione, ad esempio per fronteggiare la crisi energetica o nei casi in cui i contagi continuino a ostacolare consumi e produzione, come nei servizi legati al turismo, alla ristorazione, al tempo libero. Interventi generalizzati di stimolo potrebbero invece determinare tensioni sui prezzi, oltre a rischi per l’equilibrio dei conti pubblici”.
Un messaggio chiaro: alle imprese di settori che sono ripartiti basta sostegni di emergenza, che invece possono esistere, ancora per un po’, per settori legati ai consumi e al turismo (che sono un traino determinante anche per agricoltura, produzione alimentare e vino), nella convinzione che la priorità sia sostenere le imprese, la cui attività, ovviamente, deve tradursi in occupazione, lavoro, redistribuzione di ricchezza e liquidità alla famiglie e, di conseguenza, ripresa dell’economia e dei consumi.
Un messaggio, quello di Visco, che è piaciuto a Fipe-Confcommercio, che rappresenta i pubblici esercizi del Belpaese: “la relazione del Governatore Ignazio Visco presenta chiari segnali di ottimismo, riferiti in particolare ai dati positivi dell’andamento dell’economia del nostro Paese, che confermano la ripresa in atto e che si traducono anche nel migliorato rapporto debito/Pil, oltre che ribadire alcune priorità di politica economica. Tra queste, la necessità di programmare nuovi interventi emergenziali selettivi a favore dei settori più colpiti dalla pandemia, tra i quali la ristorazione, e l’opportunità di intervenire sui bisogni di liquidità delle imprese, con la proroga dei finanziamenti con garanzia pubblica, almeno fino al prossimo 30 giugno. Sostegni economici al settore dei pubblici esercizi vanno nella direzione auspicata da Fipe-Confcommercio, che è quella di accompagnare la ripresa di un comparto importante per l’economia del Paese, strategico per le filiere dell’agroalimentare e del turismo, che rappresenta anche un forte presidio sociale e un elemento di identità e di cultura dell’Italia”.
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