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ANALISI

Il fenomeno del “no-show”, spina nel fianco della ristorazione. Ma l’Italia si scopre virtuosa

Secondo “The Fork”, solo il 3,4% delle prenotazioni totali sulla piattaforma si sono tramutate in un mancato arrivo al ristorante
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Il fenomeno del no-show al ristorante

Come se non bastassero i segni, profondi, lasciati dai due anni di pandemia, il boom dei costi dell’energia e delle materie prime, il turismo internazionale ancora al palo o quasi, la ristorazione italiana deve ancora fare i conti con uno dei problemi che la affligge da sempre, e che in periodi come questo assume una valenza ancora peggiore: il fenomeno dei “no-show”, ovvero quando le persone che hanno regolarmente prenotato il loro tavolo non si presentano all’orario indicato né successivamente, senza avvisare del mancato arrivo. Un comportamento problematico per i gestori dei ristoranti, che hanno bloccato dei posti, occupandoli inutilmente e rifiutando magari altri clienti. Ci sono molteplici ragioni dietro al no-show, dalle dimenticanze agli imprevisti, passando semplicemente per comportamenti poco rispettosi da parte dei clienti, ma secondo “The Fork”, la principale piattaforma di prenotazione online del ristorante, sono comunque inconvenienti su cui si può lavorare per minimizzarne gli effetti.

Partendo, comunque, dai numeri, perché, negli ultimi 12 mesi, dal marzo 2021 al marzo 2022, solo il 3,4% delle prenotazioni totali sulla piattaforma si sono tramutate in un mancato arrivo al ristorante. Un aiuto arriva dal programma fedeltà Yums, il sistema che premia con sconti progressivi i clienti che accumulano punti a ogni prenotazione effettuata e regolarmente svolta, con i locali che vedono ridotta la percentuale di no-show del 27%. L’Italia in generale si attesta tra i Paesi europei più virtuosi in cui è presente TheFork: per quanto riguarda il rispetto delle prenotazioni, infatti, è seconda solo alla Svizzera, posizionandosi prima di Francia, Spagna e Portogallo.

Andando ad analizzare più nel dettaglio i comportamenti degli utenti italiani di The Forkper i no-show, si può notare che l’area più attenta al rispetto delle prenotazioni è il Nord Ovest, con una percentuale del 2,8%, seguita dal Nord Est, dal Centro e dal Sud e isole. Le regioni che più si distinguono per virtuosismo sono Marche, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Molise e Trentino-Alto Adige. Tra le città più rispettose, invece, troviamo Pesaro-Urbino, Pordenone e un tris di piemontesi: Vercelli, Asti e Alessandria.

Comunque sia, “The Fork”, affinché le prenotazioni effettuate vengano rispettate o siano facilmente annullabili, in modo da permettere ai gestori dei ristoranti di rendere subito disponibili i tavoli non più occupati, ad esempio, invia e-mail e notifiche push in modo da ricordare ai clienti dell’imminente appuntamento al ristorante, ma anche della possibilità di cancellare la prenotazione con un clic in caso non si possa più onorarla. E poi ci sono gli indicatori di affidabilità, ovvero un voto dato dal ristoratore ai clienti sul loro rispetto degli impegni, e anche la possibilità di lasciare un commento a riguardo, così da avere traccia sul proprio gestionale degli utenti particolarmente “smemorati” e predisporre precauzioni per il futuro. Un’altra sicurezza è la pre-autorizzazione su carta di credito per i ristoranti di fascia alta.

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