Unico argomento del viaggio del premier Mario Draghi a Washington, dove ha incontrato il presidente Usa Joe Biden, è stata la guerra in Ucraina, e la necessità di trovare una via di uscita che porti il più presto possibile alla pace, senza cedere di un millimetro alle pretese di Mosca. Tra le pieghe del drammatico contesto internazionale, oltre alla spinosa questione energetica, anche la pericolosa situazione agroalimentare globale, con il destino di intere aree del mondo legato a doppio filo alle scorte del grano ucraino, ancora bloccato nelle navi attraccate nel Mar Nero. È da qui, secondo Draghi, che bisogna aprire uno spiraglio e riprendere le fila delle trattative, perché da quel grano dipende la sopravvivenza di interi Paesi, ma anche di una buona parte dell’industria agroalimentare italiana. La strada per la pace può iniziare dal grano, l’obiettivo è di portata storica, ma in caso di successo Joe Biden sa già cosa stappare: un Barbaresco Sorì San Lorenzo 2016 di Gaja, un Masseto 2018, tra le etichette più preziose del vino italiano e vertice qualitativo di Frescobaldi, un Sassicaia 2018 di Tenuta San Guido, da dove, grazie alla famiglia Incisa della Rocchetta, sono iniziate le fortune di Bolgheri, ed un Costa d’Amalfi Fiorduva di Marisa Cuomo, regalo, ovviamente, di Mario Draghi, che ha portato con sé la preziosa cassetta dono della Fondazione Italiana Vini (Fis), sotto la supervisione del fondatore e presidente Franco Maria Ricci. Il modo migliore per rinsaldare l’amicizia e la cooperazione tra due storici alleati come Stati Uniti ed Italia.
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