Mai come in questi tempi di incertezza nessun mercato del vino è trascurabile. Tanto più quelli che guardano all’Est Europa, soprattutto con Paesi come Russia e Ucraina di fatto bloccati, anche sul fronte del commercio enoico, dalla tragedia della guerra. E così, se erano già in crescita prima, diventano ancora più importanti da coltivare mercati di Paesi come Estonia e Polonia, target del “Simply Italian Great Wines Eastern Europe Tour 2022” dalla Iem, una delle più longeve agenzie di promozione del vino italiano, guidata da Marina Nedic e Giancarlo Voglino, che il 21 giugno farà a tappa a Tallinn, capitale Estone, mentre il 23 giugno toccherà Varsavia, prima città polacca (con realtà come la siciliana Principi di Spadafora o la friulana Cantina Produttori Cormòns, passando per due tra i più importanti consorzi di Toscana, ovvero quello del Chianti e quello del Vino Nobile di Montepulciano, solo per citarne alcuni).
Si tratta di due mercati il cui valore va ben oltre i singoli numeri. La Polonia, dove il 25% del vino importato è tricolore, secondo i dati Istat analizzati da WineNews, nel 2021 ha imporato vino dal Belpaese per 88 milioni di euro, e, nel 2022, tra gennaio e marzo, ha mosso un flusso economico di 22,1 milioni di euro verso l’italia. L’Estonia, invece, ha chiuso il 2021 con importazioni di vino italiano (che vale il 20% del mercato, dietro alla Francia) per 16,1 milioni di euro, e aperto il 2022 con 4,3 nel primo trimestre.
Ma a rendere appetibili questi due mercati sono anche altre caratteristiche. La Polonia, per esempio, ha un mercato del vino in crescita del 5% all’anno, con un trend positivo, e con un giro d’affari cresciuto da 249 milioni di euro nel 2016 a 324 nel 2020. Con i consumi pro-capite in aumento, anche grazie alla diffusione della cultura del vino fra i consumatori, specialmente giovani professionisti, e la maggiore attenzione alla salute e al consumo consapevole di alcolici (come testimonia, per esempio, il calo dei consumi di vodka). L’Estonia, invece, oltre ad avere un potenziale di crescita importante (il livello di consumo di vino procapite annuo è intorno ai 15 litri, ndr), storicamente è anche un Paese che esporta e riesporta vino nei Paesi limitrofi, come Lettonia, Finlandia, Lituania e Russia, grazie alle accise contenute e ad un canale logistico molto efficiente. Ed è inoltre una metà molto appetibile per i consumatori finlandesi dell’area di Helsinki, così come lo è stato per i russi, fino alla pandemia prima e alla guerra poi, in particolare della vicina San Pietroburgo, spinti a fare “spese enologiche” nella meno cara Tallinn.
Questo ultimo periodo, inoltre, spiega la Iem, una delle più importanti agenzie di promozione del vino italiano, guidata da Marina Nedic e Giancarlo Voglino, ha fatto registrare un buon tasso di crescita anche per il numero di nuovi ristoranti italiani che hanno aperto i battenti, in particolare nell’area metropolitana di Tallinn. Ed è incrementato anche il numero di nuovi importatori indipendenti che si stanno focalizzando in particolare su vini e prodotti alimentari del cosiddetto vecchio mondo, Italia in primis. Con trend chiari, come la crescita del bio e di tutto quello che è “naturale” e sostenibile. I due appuntamenti del “Simply Italian Great Wines Eastern Europe Tour 2022” by Iem sono organizzati appositamente per consentire ai produttori italiani l’incontro diretto con i professionisti locali (importatori, sommelier, canale horeca), per valorizzare e comunicare il valore del vino italiano, tra seminari, degustazioni guidate e workshop.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024