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LA CURIOSITÀ

Le api trovano casa all’Abbazia di Sant’Antimo, capolavoro dell’architettura romanica in Toscana

Dopo Louvre, Uffizi e tanti Relais & Chateaux, i piccoli ma fondamentali insetti “riconquistano” la storica Abbazia tra le vigne del Brunello
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Le api trovano casa all’Abbazia di Sant’Antimo, capolavoro dell’architettura romanica in Toscana

Oltre che nelle campagne e nelle aziende degli apicoltori, le api, preziosissime per la loro opera di impollinazione delle piante e come sentinelle della salute dell’ambiente, hanno trovato dimora anche nei più importanti musei del mondo, dal giardino delle Tuileries del Louvre di Parigi al Giardino di Boboli delle Gallerie degli Uffizi a Firenze, ma anche in oltre 100 Relais & Chateaux del mondo, Italia compresa, come nei ristoranti Dal Pescatore, Villa Crespi e Don Alfonso 1890, o nei wine relais come il Borgo San Felice, Castello Banfi, Villa Cordevigo e Il Borro. Ed ora hanno riconquistato anche l’Abbazia di Sant’Antimo, capolavoro dell’architettura romanica in Toscana che leggenda vuole sia stata costruita all’epoca del Sacro Romano Impero (XI secolo) per volontà dell’Imperatore Carlo Magno, che si specchia tra i vigneti del Brunello di Montalcino. Alcune famiglie di questi insetti fondamentali per la vita dell’uomo, da qualche giorno sono arrivate in uno dei luoghi più belli che esistano al mondo, e vi hanno trovato dimora. Le api, d’altronde, richiamano subito alla biodiversità ma trovano anche molti collegamenti con il simbolismo religioso. L’operosità in primis, aspetto che fa parte della vita dell’Abbazia, basti pensare al motto dei monaci benedettini “ora et labora” che scandiva le loro giornate. Le api sono citate più volte nella Bibbia, la terra promessa di Dio “dove scorre latte e miele”, frase tra le più famose e iconiche del “Libro Sacro”. E poi l’Exultet, l’inno che viene cantato nella notte di Pasqua con l’antico testo che omaggia le api. Senza dimenticare che la cera di questi insetti è stata storicamente utilizzata per le candele ed i ceri.

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