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MESSAGGIO

Petrini: “identità del Carso frutto della dialettica tra locale e globale, tradizione e innovazione”

Da “Mare e Vitovska” il messaggio del fondatore Slow Food: “una rivoluzione impossibile senza la caparbietà dei contadini, non basta il vitigno”
Italia
Il fondatore Slow Food Carlo Petrini a “Mare e Vitovska”

L’identità di un territorio si forma nel tempo, attraverso la dialettica continua tra locale e globale, tradizione e innovazione, portata avanti dalla caparbietà, dal sudore e dalla sapienza contadina. È ciò che è accaduto, e sta ancora accadendo, nel Carso, che, come ha raccontato il fondatore Slow Food Carlo Petrini, da “Mare e Vitovska”, la kermesse dedicata al vitigno autoctono più celebre del Carso, oggi e domani al Castello di Duino, “oggi è diverso rispetto ad un tempo. Qui è in essere un’evoluzione enologica, vitivinicola che non ha eguali in nessuna parte del mondo. Merito della caparbietà di un piccolo gruppo di contadini, che con attenzione per il territorio, nuove tecniche di produzione e ritorno alla pietra sta attirando gli sguardi di tutto il mondo. L’eccellenza del vitigno ha la sua importanza, ma se non ci fossero le persone che con sudore, caparbietà e sapienza lavorano in un certo modo, non si otterrebbe nulla. Il bello deve ancora venire - continua Carlo Petrini - perché i vini del Carso sono locali, frutto dell’identità datagli dall’enclave di produttori che sta portando avanti questa rivoluzione, ma la loro caratura è globale, guarda a quell’Europa capace di superare ogni distinzione ed essere di esempio per le generazioni future, vero simbolo di pace, argomento quanto mai attuale. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che sta accadendo - conclude il fondatore Slow Food, Carlo Petrini - pensando sempre che una grande tradizione può essere una grande innovazione. Far fermentare il vino nella pietra è creatività, che dalla tradizione si spinge in direzione innovativa”.

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