“Quello che vorremmo per il futuro dello Champagne è riportarlo nella vita delle persone. In Italia c’è già una grande conoscenza dei nostri vini, e il loro consumo fa parte delle vostre abitudini quotidiane, con un approccio molto naturale. Ma in tante culture lo Champagne ha l’aura delle grandi celebrazioni, è considerato quasi come sacro, e da stappare solo in occasioni eccezionali. Noi vogliamo invece ribadire che è un vino, e che come tale fa parte della vita, a partire dalle vite di noi produttori, che possiamo raccontare anche come lo serviamo, lo consumiamo a tavola e in quali momenti: come è vissuto, cioè, lo Champagne nella Champagne”. A dirlo, a WineNews, è Alice Paillard, co-proprietaria e direttrice dello Champagne Bruno Paillard e tra le nove proprietarie e dirigenti di piccole e grandi Maison dal Nord al Sud dell’Aoc Champagne, che, con le loro visioni, i loro percorsi di vita e professionali e il loro impegno in Champagne, hanno fondato l’associazione “La Transmission - Femmes en Champagne”, con Evelyne Boizel (Boizel), Delphine Cazals (Claude Cazals), Charline Drappier (Drappier), Chantal Gonet (Philippe Gonet), Maggie Henriquez (Krug), Anne Malassagne (A.R Lenoble), Vitalie Taittinger (Taittinger) e Mélanie Tarlant (Tarlant).
L’idea di fondare “La Transmission - Femmes en Champagne”, “è nata dall’iniziativa di donne oggi accomunate dall’avere una lunga carriera alle spalle nella Champagne e che hanno deciso di unire professionalità e competenze, ma che agli inizi si sono trovate a lavorare isolate”, spiega Alice Paillard dell’associazione, la cui prima volta in Italia è stata in ottobre alla “Modena Champagne Experience”, evento di riferimento di Società Excellence, dedicato allo Champagne nel Belpaese, che rappresenta il quinto mercato delle bollicine francesi, con 9,2 milioni di bottiglie che hanno attraversato le Alpi nel 2021, per un giro d’affari che vale 200 milioni di euro (dati 2021 Comité Champagne). Pensare, lavorare e trasmettere la loro visione dello Champagne è la mission che si sono date, mosse dall’amore per la storia champenoise, delle loro famiglie e aziende, dalla volontà di ribadire l’importanza del lavoro in vigna e di valorizzare l’Aoc Champagne, ma anche dall’orgoglio di esercitare il loro mestiere. “Trasmettere è il nostro obbiettivo principale - sottolinea - ed ha una doppia dinamica, perché vuol dire confrontarci tra di noi, che rappresentiamo generazioni, geografie e dimensioni aziendali diverse all’interno della Champagne, e raccontare al mondo lo Champagne con un’immagine condivisa, viva e reale”.
Oltre a confrontarsi sull’importanza del lavoro sul terreno e in vigna - nello Champagne l’attenzione per le pratiche sostenibili è altissima - insieme svolgono anche un ruolo di mentoring: “vogliamo dimostrare alle giovani donne - spiega Alice Paillard - che il nostro mestiere è bello ed è possibile farlo per una donna. Durante i nostri workshop chiunque può venire ad incontrarci e parlare con noi. Bisogna far capire alle ragazze che non sono da sole. È importante essere unite e fare rete, dare visibilità alle donne. Le difficoltà che affrontiamo sono in generale le stesse di quelle del mondo delle imprese, ovvero che le regole del gioco spesso sono maschili. Per la nostra generazione il tema fondamentale è come organizzare il lavoro e come conciliarlo con la vita personale”.
Tornando alla “liason” con il Belpaese, secondo Alice Paillard il consumo dello Champagne in Italia è destinato ad aumentare in futuro: “per esempio per la nostra Maison l’Italia è il primo mercato estero. Secondo me la sua importanza continuerà a crescere nel vostro Paese, soprattutto per quanto riguarda il valore, perché c’è sempre di più un’attenzione verso le Cuvée particolari. In generale siamo curiose di vedere come evolverà il nostro modo di produrre, a partire dal cambiamento climatico. Sarà una bella sfida”.
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