Le difficoltà non mancano, ma la forza e l’appeal, nel mondo, del cibo made in Italy, è grande. E se il trend di crescita sarà mantenuto, l’export agroalimentare italiano, arriverà vicino ai 60 miliardi nel 2022, segnando un vero e proprio record storico, anche se a preoccupare sono gli effetti del conflitto in Ucraina, con i rincari energetici che stanno colpendo produzione e consumi a livello globale. A dirlo dall’analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero sul 2022, che evidenziano un balzo del +18,6% per l’alimentare nonostante la guerra scatenata dai russi e le tensioni internazionali sugli scambi mondiali di beni e servizi. “La Germania resta il principale mercato di sbocco dell’alimentare in aumento a gennaio-settembre del 13%, davanti agli Stati Uniti, in salita del 21% mentre - sottolinea la Coldiretti - la Francia si piazza al terzo posto ma mette a segno un tasso di crescita del 18%. Risultati positivi anche nel Regno Unito con un +19% che evidenzia come l’export tricolore si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue”. Balzo a doppia cifra anche nella Turchia di Erdogan (+27%), mentre è dato negativo in Cina con un calo del -23%, e in Russia, con un -9% fra sanzioni e guerra.
“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia nazionale serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” sottolinea il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale (con 1 miliardo di euro che, secondo l’organizzazione, va messo sugli invasi, ndr) che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’Ice con il sostegno delle Ambasciate”.
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