Sono i prodotti enogastronomici a guidare la lista dei desideri dei regali da mettere sotto l’albero. A confermarlo è un’indagine sui consumi di Natale realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format Research. Nella “top 5” i prodotti enogastronomici dominano (70%) le preferenze seguiti da giocattoli (49%), libri ed ebook (48%), abbigliamento (47%), prodotti per la cura della persona (41%). Tra i regali che registrano l’incremento maggiore, sul 2021, ci sono i prodotti per animali (+8,4%) con carte regalo (77,8%) e abbonamenti streaming (76,4%) i più gettonati per chi sceglierà di acquistare online i regali. Il classico “cesto”, ma non solo, si conferma un “must” che non passa mai di moda, capace di accontentare tutti e di fare la sua figura anche con una spesa non eccessiva grazie alle numerose eccellenze del food & wine di cui il Belpaese è ricco. La scelta appare particolarmente importante in queste festività difficili: non lascia indifferenti che un 27,3% non farà acquisti principalmente per risparmiare, per il peggioramento della propria condizione economica o per l’aumento dei prezzi a causa dell’inflazione.
Per il budget di spesa stanziato per gli acquisti, il 64% spenderà tra 100 e 300 euro, mentre un consumatore su tre non supererà i 100 euro. Della tredicesima solo una piccola parte sarà destinata ai regali, mentre il grosso se ne andrà per spese per la casa, tasse e bollette; tra i canali di acquisto preferiti, Internet si conferma al primo posto (64,6%), anche se in calo per la prima volta dal 2009, mentre salgono le preferenze per i negozi di vicinato (dal 42,5% al 45%), segno che gli italiani stanno riscoprendo il piacere di vivere il proprio quartiere e le vie dello shopping.
Aumenta il numero di coloro che hanno scelto novembre (34,3% vs 23,3%) per gli acquisti così come chi ha deciso di spendere meno di 300 euro (sono il 97% del campione a fronte del 94,2% del 2021). Risultati che confermano l’attuale clima di incertezza dovuto al perdurare della pandemia e all’aumento dell’inflazione. Internet, dopo il boom dello scorso anno, quest’anno rallenta confermandosi comunque il canale di acquisto principale per i regali di Natale (69%). Seguono la distribuzione organizzata (56,7%), i negozi di vicinato (42,5%), gli outlet e i punti vendita del commercio equo-solidale.
Buone notizie, invece, per il turismo italiano. Secondo l’indagine realizzata da Acs Marketing Solutions, per conto di Federalberghi, saranno oltre 17 milioni gli italiani in viaggio per le festività di fine 2022: 12 milioni per Natale (+15% sul 2021) e 5,4 milioni per Capodanno (+23%). Il giro d’affari sarà superiore a 13 miliardi di euro, riportando la spesa complessiva ai livelli del 2019. Chi partirà per Natale trascorrerà mediamente 6,9 notti fuori casa, mentre la vacanza di Capodanno avrà una durata media inferiore (3,6 notti). Ancora una volta, sarà l’Italia la destinazione preferita: non ci si allontanerà di molto dalla regione di residenza e molti di coloro che affronteranno spostamenti più impegnativi lo faranno per raggiungere le famiglie di origine. Il turismo enogastronomico ha un ruolo di una certa importanza se si considera che la spesa media pro capite sarà di 842 euro (795 euro per chi rimarrà in Italia e 2.300 euro per chi andrà all’estero) e gran parte sarà destinata ai pasti (30,1%) e al viaggio (25%). Le spese di alloggio assorbiranno il 17,7% e lo shopping l’11,5% del budget.
Il giro di affari per Natale sarà di oltre 10 miliardi di euro, con un incremento del 20,4% rispetto al Natale 2021 mentre per Capodanno arriverà a quasi 3 miliardi di euro, dato migliore di un anno fa. A Natale gli eventi enogastronomici (17,7%) sono la seconda attività preferita dietro solo alle passeggiate (47,8%), la terza per Capodanno (26,9%).
Secondo Bernabò Bocca, presidente Federalberghi, “siamo diventati meno esterofili, a quanto pare. Negli ultimi due anni, in molti hanno trascorso le vacanze sotto casa a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, ma oggi che ne siamo più o meno fuori, gli italiani scelgono di dedicare energia e denaro ad una vacanza “made in Italy” non più come ripiego, bensì come scelta”.
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