Le spiagge della Sicilia prese d’assalto nei giorni di Natale, i cappotti ben riposto nell’armadio, i termosifoni spenti, raccontano un inverno che sembra non iniziare mai, che segue ormai lo stesso spartito già da qualche anno e che ci regala l’illusione di un godibilissimo clima caraibico. Illusione, appunto, perché dietro alla colonnina di mercurio che segna ogni giorno un nuovo record e agli aperitivi all’aperto anche a gennaio, si cela il dramma degli effetti del Climate Change sull’agricoltura e, ovviamente, sulla viticoltura. Tra i vignaioli francesi serpeggia già la paura, perché il caldo di queste settimane rischia di anticipare come non mai il germogliamento, esponendo la vite ai pericoli delle gelate. Cui si sommano, potenzialmente, le minacce di funghi e muffe, il cui sviluppo è favorito dalle alte temperature e dall’umidità di queste prime settimane di inverno.
Se non si abbasseranno rapidamente le temperature, nel sud della Francia (Bordeaux, sud-ovest, Pirenei Atlantici e Orientali e tutto il bacino del Mediterraneo), dove le temperature sono superiori di due gradi rispetto alla media stagionale (e tali rimarranno fino a metà gennaio), le viti, che hanno vissuto una sorta di “falsa primavera durata un mese”, come l’ha definita, a “Vitisphere”, il climatologo Serge Zaka, potrebbero germogliare già a febbraio. Ma cosa succede, di preciso, alla vite con l’arrivo del freddo? Quando le temperature scendono stabilmente sotto gli 8 gradi - come rilevato stazione meteorologica dell’Agro Institute di Montpellier dall’1 novembre - la pianta entra nella fase della cosiddetta ecodormienza. Da cui esce, iniziando a germogliare, solo quando si raggiungono, per 10 giorni consecutivi, temperature comprese tra i 10 e i 15 gradi (a seconda della varietà di uva).
Sono, essenzialmente, le condizioni che si stanno verificando in queste settimane, ma il germogliamento non avverrà certo a gennaio, a parte qualche caso isolato, perché in questo periodo le giornate sono ancora troppo corte. Tutto si deciderà a febbraio, ma è nei prossimi giorni che le temperature devono necessariamente tornare ad abbassarsi: le previsioni di lungo periodo, sempre molto incerte, parlano di un febbraio meno rigido di quanto ci si aspettasse e, al contrario, di un aprile particolarmente gelido. Come se non bastasse, a mettere in pericolo il corretto germogliamento della vite c’è la siccità, perché, come spiega il professore di viticoltura all’Istituto Agrario di Montpellier Alain Deloire, “se i suoli non hanno una riserva d’uso di almeno il 50%, il germogliamento non sarà omogeneo, ed in questo senso l’irrigazione è essenziale sin da ora”.
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