Con la stagione turistica ormai alle porte, rischiano di mancare in Italia decine di cuochi e camerieri, figure-chiave nel settore alberghiero e della ristorazione, a fronte di una crescita costante di ricerca di personale: lo dicono i dati di Lavoropiù, una delle maggiori agenzie italiane per il lavoro, che ha vagliato oltre 1.800 ricerche di personale nell’ultimo anno. Secondo l’analisi, le posizioni più ricercate in ambito alberghiero sono chef de rang, camerieri di sala, barman e baristi, camerieri ai piani e governanti, mentre in ambito ristorativo abbiamo camerieri di sala, chef, barista, barman, cuochi nella ristorazione collettiva. C’è inoltre carenza di addetti alle prenotazioni - con conoscenza di più lingue straniere - e portieri notturni.
La retribuzione media lorda annua per queste figure varia da 16.400 a 72.000 euro per i cuochi (i valori estremi riguardano aiuto cuochi da un lato ed executive chef dall’altro); da 10.000 a 28.500 euro per i camerieri e da 10.000 a 23.100 euro per le altre posizioni, come i barman. L’inquadramento è di solito con contratto a tempo determinato, con pochissime eccezioni di tirocini e contratti a chiamata e contratti a tempo indeterminato. Per quanto riguarda le competenze richieste, oltre a quelle tecniche - come per esempio la conoscenza dei diversi tipi di servizio e dell’abbinamento piatto-vino per i camerieri o le conoscenze di tecniche di cottura, taglio e trattamento carni per gli chef - sono importanti le skill trasversali, come la motivazione, la flessibilità oraria, la mobilità territoriale e la capacità di empatizzare con il pubblico.
“Le ragioni principali della carenza di questo tipo di professionalità sono la proposta economica, che in molte aziende del comparto non è adeguata al costo della vita e alla flessibilità richiesta, e la riduzione del bacino di lavoratori post-pandemia - spiega Samanta Rossi, National Matching Manager di Lavoropiù - una situazione che per la prima volta sta spingendo le aziende del settore a rivolgersi in modo massiccio alle agenzie per il lavoro. Ma, nonostante un database di oltre 30.000 profili, ed una divisione appositamente dedicata, Horecapiù, anche noi fatichiamo a stare dietro alle richieste. Per questo motivo stiamo percorrendo strade alternative, come l’orientamento nelle scuole alberghiere o la creazione di percorsi formativi professionalizzanti per chi proviene da altri settori”.
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