Showman più amato dagli italiani, “rivoluzionario e numero uno in Italia”, come lo ha definito la prestigiosa testata britannica “Times”, eclettico, irriverente e divertente, ideatore di programmi che hanno fatto la storia della tv e di format che hanno cambiato il modo di comunicare, soprattutto verso i giovani, WineNews ha fatto una chiacchierata con Fiorello, che, ogni mattina, con “Viva Rai2!”, il programma dell’anno, seguitissimo in diretta su Rai 2 alle ore 7:15 da Via Asiago a Roma, tra la sede storica Rai della radio, il “bar di Guerre Stellari”, e, ovviamente, dal celeberrimo Glass, racconta “vizi & virtù” del nostro Paese con Fabrizio Biggio e Mauro Casciari, tra infotainment e varietà. Un’Italia nella quale anche l’enogastronomia e i territori delle produzioni italiane non possono che essere al centro delle notizie di attualità, in quanto “specchio” del Belpaese.
Alessandro Regoli, direttore WineNews: sei il n. 1 degli showman italiani, e sei anche un po’ come il vino Rosario, ogni giorno entri nelle case di milioni di persone. Ma il nostro mondo ha qualcosa in comune con quello dello spettacolo?
Rosario Fiorello: “Ciao Alessandro! Mi fa sorridere questo paragone, ti confesso che non ho mai pensato di essere stappato! Il mondo del vino e quello dello spettacolo hanno molto in comune. Intanto si propongono di allietare alcuni momenti della giornata e poi hanno in comune la varietà. Ci sono tanti tipi di spettacolo, così come esistono tanti tipi di vino!”.
Un ottimo vino, e i buoni prodotti della terra, del resto, sono tra le cose belle della vita. Anche Albano cantava che la felicità è il celeberrimo “bicchiere di vino con un panino”. Sei d’accordo?
“D’accordissimo. E ti confesso che qui a Viva Rai2 il pubblico che ogni mattina ci viene a trovare da tutta Italia, ci porta sempre prodotti della loro terra d’origine! E noi, ovviamente, li assaggiamo tutti. Ormai le nostre colazioni dolci e salate sono famose in tutta la Rai!”.
In tv, ma anche in radio e sul web, hai utilizzato tanti linguaggi e tanti strumenti di comunicazione diversi, parlando a tutte le generazioni. Ma come racconteresti, oggi, il vino ed il cibo ai nostri giovani?
“Lo farei da Zio Fiore. Gli direi di essere curiosi, di assaggiare, di assaporare, di gustare. L’importante è farlo con moderazione, sia nel cibo che soprattutto nel vino”.
Si può dire che il vino è il “medium” dei territori, della loro storia, delle loro comunità, della loro cultura e della loro natura?
“Io sono un oste giovane, nel senso che ho da poco scoperto il piacere di un buon bicchiere di vino. Ora, a tutto quello che mi chiedi mica ci sono arrivato. Sono ancora alle elementari del vino, per rispondere a quella domanda bisogna arrivare all’Università. Mi devi dare ancora un po’ di tempo”.
Forse mai come in questo momento l’Italia sta puntando tutto sulla sua bellezza, fatta del nostro patrimonio culturale storico ed artistico e paesaggistico, ma anche sull’enogastronomia. Secondo te, siamo bravi a preservare, comunicare e promuovere il nostro immenso patrimonio di “saperi e sapori”?
“Siamo “Open to buona bottiglia”. Abbiamo tanto da mostrare e far assaporare. Ogni volta che faccio un tour scopro posti meravigliosi. Con mia moglie Susanna ci siamo divisi i compiti. Lei organizza sempre visite culturali nei posti dove andiamo a fare spettacolo, io mi occupo dei ristoranti!”.
Il vino però usa spesso un linguaggio troppo tecnico, comprensibile agli addetti ai lavori, ma che, a volte, esclude molte persone. Tanti comici lo prendono in giro, con parodie famosissime …
“In effetti a volte sento termini che mi fanno sorridere. Questo vino ha sentori di peperone verde, frutti rossi, burro. Ok fin lì tutto bene, o quasi. Ma una volta uno mi ha detto: “Lo senti il sottobosco?” … sinceramente il sottobosco non so che sapore abbia, io muschi e licheni mica li ho mai assaggiati!”.
Il vino ed il cibo sono eccellenze italiane amate nel mondo, forse anche più che da noi italiani. Ma perché ogni tanto dobbiamo ricordarci che se l’Italia fa l’Italia non ce n’è per nessuno?
“Ti rispondo così: “Po popoppo popo po, Po popoppo popo po”.
Più chiaro di così, la pensiamo allo stesso modo! Ma che rapporto hai con il vino, a partire dai vini delle tua terra, visto che sei nato a Catania, in quella Sicilia che oggi è uno dei più importanti territori della produzione enologica italiana?
“La Sicilia è sempre dentro di me. Nel cuore, nella testa e nello stomaco. È una regione ricca di storia, di sapori, di profumi. Si vede che sono di parte?”.
Tranquillo, lo siamo sempre anche noi quando raccontiamo la bellezza dell’agricoltura italiana e le sue tante storie ai nostri lettori! Ma hai dei vini preferiti? E, soprattutto, a cosa ti piacerebbe brindare nel prossimo futuro?
“Come ti ho detto sono un oste alle prime armi. Ho avuto la fortuna di assaggiare degli ottimi vini. A me piacciono molto le bollicine. Non vorrei far torto a nessuno, l’Italia ha tanti produttori eccellenti. Mi dicono che ormai abbiamo prodotti che superano anche le bollicine francesi, da sempre simbolo nel mondo. Nel prossimo futuro? Vorrei brindare alla possibilità di avere sempre una buona ragione per brindare!”.
Allora, non possiamo che brindare insieme.
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