Nonostante il primato sui mercati esteri, ed un’egemonia culturale quasi incontrastata, il vino francese sta attraversando un momento tutt’altro che semplice. Se lo Champagne vola, la Borgogna monopolizza il comparto dei fine wine e Bordeaux è sempre Bordeaux, la base produttiva affronta una crisi di sovrapproduzione diventata ormai strutturale, di cui abbiamo parlato spesso (qui l’ultima volta). A breve termine, la soluzione è la distillazione, con la quadra trovata dal Ministero dell’Agricoltura in un compenso di 75 euro ad ettolitro per i vini Aoc, 65 euro ad ettolitro per i vini Igp e 45 euro ad ettolitro per i vini senza Ig, per uno stanziamento complessivo di 160 milioni di euro, ancora in attesa però del via libera da parte della Commissione Ue. Sul lungo periodo, invece, si punta su una massiccia operazione di espianto che, partendo da Bordeaux, tagli in maniera importante gli ettari vitati, e quindi il potenziale produttivo del Paese.
Produrre meno, però, è una soluzione “tranchant” che, pur rispondendo all’esigenza immediata di produrre meno vino, non offre alcun tipo di lettura sulle prospettive future di un comparto attraversato da trend di consumo in rapido cambiamento. A cui, però, non tutti i territori ed i produttori sembrano capaci di rispondere nel modo giusto. Ne è convinto il Ministro dell’Agricoltura di Francia, Marc Fesneau, che qualche giorno fa, in un incontro pubblico, ha spronato i viticoltori a riflettere sul posizionamento dei propri vini, tornando a “lottare per venderli”. In questo senso, le Olimpiadi di Parigi 2024 potrebbero rivelarsi, secondo il Ministro, un’occasione da non perdere, “con 2 miliardi di persone che avranno gli occhi puntati sulla Francia: le Olimpiadi devono essere un trampolino di lancio per tutto il comparto”, ha detto Fesneau.
Con un ostacolo: la Legge Evin, che proibisce, ormai dal 1991, la pubblicità di prodotti alcolici, compreso il vino, nei cinema o in tv, e non può comparire nelle sponsorizzazioni sportive. Come, appunto, le Olimpiadi. Difficile, se non impossibile, immaginare di escludere il vino dalla legge Evin: per Fesneau si rischierebbe la trincea parlamentare senza grandi chance di successo. E, aggiungiamo noi, vista la linea sulla salute pubblica imboccata da tempo dalla Ue, tornare indietro, per Parigi, sembra davvero difficile.
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