Un tempo fondamentali per il trasporto ed il lavoro in campagna, i cavalli, in tempi moderni, in Italia, sono allevati soprattutto per l’ippica, per i palii e per le giostre che animano tante città e borghi del Paese. Ma, in alcuni territori, come Veneto, Puglia e Sicilia, in particolare, quella della carne di cavallo è anche una tradizione gastronomica antica. Che ora, qualcuno, vorrebbe cancellare, in nome del fatto che, per molti, sono, ormai, animali da compagnia, alla stregua di cani e gatti. E così, spiega una nota dell’associazione animalista “Animal Equality”, “alcuni deputati della Commissione Affari Sociali hanno sottoposto la nostra petizione contro la macellazione dei cavalli all’attenzione del Ministro della Salute, dobbiamo decidere se questi animali sono compagni o carne da macello”. L’attuale normativa in vigore, spiegano Animal Equality, permette di decidere, al momento dell’iscrizione nell’anagrafe equina, se l’animale sarà o meno destinato alla produzione di carne e quindi alla filiera alimentare.
“Ma, nonostante i tentativi, negli anni ed a più riprese, da parte del Ministero della Salute di intervenire attraverso procedure di iscrizione in banche dati sempre più articolate e con la creazione di un apposito passaporto veterinario, la cronaca ci dimostra quanto sia facile eludere i controlli e mandare al mattatoio anche cavalli, sia allevati in Italia che importati dall’Est Europa, che non erano precedentemente destinati alla produzione di alimenti”. Un passo in avanti, importante ma non sufficiente, secondo gli animalisti, è stato trasferire la gestione dell’anagrafe da un’associazione privata al Ministero stesso.
“Serve prendere una posizione chiara ed uscire dall’ambiguità, e decidere se l’Italia vuole continuare a considerare i cavalli come prodotti o come animali da affezione e vietarne quindi la macellazione“ Matteo Cupi, vice presidente Animal Equality Europa. Un tema finito al centro del dibattito parlamentare grazie all’iniziativa dell’onorevole Carmen di Lauro (Commissione Affari Sociali), che, insieme al collega Quartini Andrea ed al deputato Gaetano Amato (Commissione Cultura, Scienza e Istruzione), tutti del Movimento 5 Stelle, si sono rivolti direttamente al Ministro della Salute, Orazio Schillaci, citando il lavoro d’inchiesta e la petizione di Animal Equality che chiede proprio lo stop alla macellazione dei cavalli attraverso l’inserimento di questi animali nella lista degli animali da compagnia.
I deputati hanno posto alle istituzioni una serie di domande precise: “alla luce della crescente sensibilità dei cittadini, e preso atto dell’evidente inefficacia dei controlli, quali iniziative, i Ministeri competenti, intendono adottare per il “riconoscimento dello status di “animale d’affezione” anche per gli equidi?”. Secondo “Animal Equality”, una presa di posizione è possibile: “lo dimostra la scelta della Grecia che nel 2020 ha vietato la macellazione dei cavalli, includendoli nelle norme riservate a cani e gatti e, quindi, vietando l’allevamento e l’esportazione per la produzione di pellicce, cuoio, carne o altri usi”.
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