La storia, quando si parla dei vini di Bordeaux, si scrive nel momento stesso in cui il vino finisce nei calici del trade e della stampa internazionale che, assaggiando in anteprima dalle botti l’ultima annata in cantina, ne definiscono il futuro, e quindi il successo o l’insuccesso sui mercati. Che la 2022 fosse un’annata destinata a diventare una delle migliori del secolo è parso subito evidente, nonostante le condizioni climatiche estreme che hanno accompagnato la fase vegetative della vite in Gironda: i produttori di Bordeaux hanno saputo affrontare al meglio siccità e caldo, portando in cantina uve sane e vini che, nonostante gradazioni potenti, hanno saputo garantire, nella stragrande maggioranza dei casi, eleganza e freschezza. Dagli assaggi en primeur, è arrivata prima la reazione entusiasta dei grandi wine merchant internazionali, sondati dal Liv-ex (qui il nostro articolo), quindi quella della critica, con i punteggi che crescono di pari passo con i prezzi di rilascio (ne abbiamo scritto qui).
A conferma di quanto il successo della 2022 sia stato trasversale, arriva anche l’analisi di Wine Lister, che ha fatto ma media dei punteggi di Antonio Galloni e Neal Martin (Vinous), Jancis Robinson, Bettane+Desseauve e Le Figaro Vin, un panel di assoluto livello, capace di mettere insieme critica internazionale e critica nazionale. Il risultato è una top 30 di etichette capaci di raggiungere un punteggio medio compreso tra i 95,8/100 di Cos d’Estournel ed i 98,2/100 di Cheval Blanc, con una crescita netta rispetto ai punteggi della 2021. In tutto, sono ben 64 i vini che hanno meritato più di 95 punti, ossia l’eccellenza, più del doppio di un anno fa, quando furono 29, per un voto medio dei primi 30 vini di 95,2 punti, contro una media di 96,8 punti per la top 30 della 2022.
Un aspetto importante da sottolineare è che la 2022 è stata essenzialmente annata da grandi rossi: nessun bianco ha superato i 96/100, e la cosa non sorprende, perché a differenza di Merlot e Cabernet le uve a bacca bianca hanno fatto fatica a mantenere acidità importanti. Così, a spiccare sono essenzialmente sei vini, quasi tutti dolci, da Sauternes e Barsac: Climens, Suduiraut, Doisy-Daëne L’Extravagant de Doisy (il vino migliore del 2021, con 97 punti), Rayne-Vigneau, La Mission Haut-Brion Blanc (unico bianco secco) e Fargues.
Guardando ai rossi, Cheval Blanc conquista, come detto, la vetta, con 98,2 punti, ben 3 in più dell’annata 2021, seguito sul podio da Léoville Las Cases (98 punti, ben 3,4 in più del 2021), Latour (97,9 punti, 3 in più della 2021). Alla posizione n. 4 Vieux Château Certan (97,6 punti, 2 in più della 2021), alla n. 5 Mouton (97,6 punti, +3,2 sulla 2021), alla n. 6 Lafite (97,6 punti, +2,8 sulla 2021), alla n. 7 La Conseillante (97,4 punti, +2,1 sulla 2021), alla n. 8 Petrus (97,2 punti, +2,6 sulla 2021), alla n. 9 Figeac (97,2 punti, +2,7 sulla 2021) e alla n. 10 Haut-Brion (96,9 punti, +2,8 sulla 2021).
A livello geografico, il 56% dei vini presenti in top 30 arriva dalla Rive Droite (erano il 45% nel 2021), grazie alla grandissima performance di Saint-Émilion, che piazza ben 10 etichette nelle prime 30, con l’altro 23% che arriva ovviamente da Pomerol. Bene, in termini di peso specifico rispetto alla 2021, anche Pauillac (17%), Margaux (7%) e Saint-Estèphe (7%), mentre perdono posizioni Pessac-Léognan (10%) e Saint-Julien (5%).
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