Si parla tanto di lotta contro lo spreco di cibo, di come sarebbe importante che tutti noi facessimo uno sforzo per cercare di non gettare nella pattumiera alimenti ancora validi e che potrebbero essere riutilizzati il giorno successivo. Ma succede anche quando andiamo al ristorante nel momento in cui, presi dalla golosità e dalla voglia di assaggiare più cose, ci troviamo a consegnare il piatto ancora pieno. C’è chi, in questi casi, ha pronta la doggy bag, il contenitore dove poter inserire e portarsi via gli avanzi, ma questa eventualità non è prevista in tutti i locali senza dimenticare che non è scomparso del tutto il “timore” a chiederla. Ma adesso si apre un nuovo capitolo: da Forza Italia arriva la proposta della doggy bag obbligatoria nei ristoranti. Succede già in alcuni Paesi, all’estero, e “introdurla anche in Italia sarebbe non solo un atto di buon senso che aiuterebbe acontrastare lo spreco alimentare, ma avrebbe anche una finalità sociale e solidale e questo è l’obiettivo della mia proposta di legge”, ha detto Giandiego Gatta, deputato responsabile nazionale del Dipartimento Pesca e Acquacoltura di Forza Italia, e primo firmatario della proposta di legge.
Un progetto, che sarà presentato il 10 gennaio in una conferenza a Montecitorio, alla presenza anche di Alfonso Maria Fimiani, presidente de I Circoli dell’Ambiente, che, da tempo, spingono per far l’uso obbligatorio della doggy bag: “la sostenibilità ambientale è una priorità che va oltre le divisioni politiche. Siamo lieti di avviare un percorso che speriamo lungo e proficuo con le forze politiche per promuovere una legislazione che favorisca pratiche più responsabili nel settore della ristorazione: l’On. Gatta ha mostrato in più occasioni una forte sensibilità verso l’ambientalismo ragionevole e la sua attenzione verso le politiche di lotta allo spreco alimentare vedranno certamente premiati il suo lavoro ed i suoi sforzi”.
Un fenomeno, quello dello spreco alimentare, che ha il suo peso, notevole, anche in Italia: “l’obiettivo della proposta di legge sulla doggy bag - continua Gatta - è quello di contribuire a contrastare lo spreco alimentare, uno degli obiettivi fissati nell’Agenda Onu 2030. In Italia, secondo i dati della Fondazione Bdfn, ognuno di noi spreca 65 chili di cibo pro-capite l’anno, per comportamenti sbagliati nel consumo, in casa e al ristorante”. E gli italiani sono propensi a dire sì alla borsetta salva-cibo: quasi uno su due (49%) è pronto a chiedere la doggy bag al ristorante per recuperare il cibo non consumato ed evitare così che venga buttato (analisi Coldiretti/Censis).
Per molti anni malvista, la pratica di chiedere gli avanzi al ristorante è tornata d’attualità - sottolinea Coldiretti - spinta dalla nuova sensibilità green verso il contenimento degli sprechi a tavola ed anche dalle esigenze di risparmio. Non a caso i più aperti verso questo fenomeno sono i giovani, dove la percentuale di favorevoli alla doggy bag sale addirittura al 58%. Chiedere di portare a casa il cibo avanzato quando si va a mangiare fuori è un comportamento molto diffuso in altri Paesi a partire dagli Stati Uniti dove la doggy bag è una prassi consolidata per gli stessi Vip, fino a Francia e Spagna dove è stata resa obbligatoria.
Una abitudine che non ha ancora contagiato capillarmente l’Italia dove permangono molte resistenze anche se di fronte a questa nuova esigenza la ristorazione si attrezza e, in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc. Peraltro, molte delle porzioni avanzate possono essere consumate a casa semplicemente riscaldandole oppure utilizzate come base per realizzare ottime ricette. In Italia è in vigore la legge 166/16 sugli sprechi alimentari che “promuove l’utilizzo, da parte degli operatori nel settore della ristorazione, di contenitori riutilizzabili idonei a consentire ai clienti l’asporto degli avanzi di cibo”. Una abitudine che contribuisce anche a ridurre la quantità di cibo che finisce nella pattumiera che è stimata in circa 469,4 grammi settimana per ogni cittadino secondo l’ultimo Rapporto di Waste Watcher International per la campagna Spreco Zero”. Dalla “vaschetta” in ufficio alla lista della spesa, ai farmer markets, crescono le azioni per salvaguardare il cibo e, allo stesso tempo, risparmiare qualche soldo.
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