Dimenticate banche e caveau: il luogo più sicuro al mondo per custodire bottiglie pregiate si trova in mezzo al nulla, tra le verdi e sonnacchiose colline della campagna inglese, 30 metri sotto terra. Octavian è un ex deposito di munizioni della Seconda Guerra Mondiale, trasformato in wine storage per ricchissimi e facoltosi clienti di tutte le nazionalità, che al momento accoglie etichette di vini e spirits d’annata per un valore complessivo di 2,5 miliardi di dollari.
Nato come miniera di pietre da costruzione nella prima metà dell’Ottocento, la Eastlay Mine, questo complesso e intricato reticolo di gallerie fu rilevato, negli anni Quaranta del secolo scorso, dal Ministero della Difesa inglese, che lo riconvertì in uno dei più grandi depositi di munizioni del Paese. Per questioni di sicurezza la struttura fu dunque rinforzata, installando anche un’elaborata serie di condotti per far circolare l’aria. Poi tutto fu abbandonato fino al 1986, quando l’ingegnere e collezionista Nigel Jagger decise di acquistare il terreno per conservare di tutto, dai vecchi dischi agli pneumatici di Formula Uno.
Ma, a quanto pare, le condizioni ideali per la conservazione della polvere da sparo sono le stesse che garantiscono il miglior invecchiamento dell’alcol. Grazie alla temperatura costante (tra 13 e 14 °C), alla completa assenza di luce e al flusso d’aria che garantisce un’umidità ottimale (tra il 75 e l’85%), l’ex miniera si è dimostrata così l’habitat perfetto per bottiglie di pregio. Un sistema tecnologico monitora costantemente l’umidità nella struttura, diminuendola con l’introduzione di aria secca dall’esterno oppure aumentandola attraverso un sistema unico di ugelli per l’acqua a soffitto, che si dissipa prima di arrivare alle casse. Per quanto riguarda la luce, che può danneggiare il vino, a Octavian è stato installato un sistema di illuminazione a Led che funziona tramite sensori, così che le bottiglie trascorrono la maggior parte del tempo al buio. Non mancano, inutile dirlo, sofisticatissimi sistemi di allarme.
Del resto, per chi possiede etichette che valgono centinaia di migliaia di dollari, il loro perfetto stoccaggio è una questione prioritaria. Octavian garantisce ai propri clienti, oltre naturalmente alla massima discrezione - top secret la lista dei proprietari delle etichette custodite nelle profondità delle sue gallerie - anche un’assicurazione completa, che copre, nel caso altamente improbabile di furto o danneggiamento, l’attuale valore di mercato di ogni singola bottiglia.
Il caveau si trova in un complesso altamente sicuro, fortificato da cancelli, a circa due ore a ovest da Londra. Dall’esterno è visibile solo un anonimo capannone, simile ad un hangar, dove le casse di vino vengono registrate, caricate e poi portate nei sotterranei tramite carrelli, utilizzando il vecchio sistema di binari. I clienti possono tenere d’occhio i propri tesori da remoto, attraverso videocamere.
É la stessa azienda a concedere qualche indiscrezione sulle bottiglie più preziose che ha in carico: l’etichetta più antica è datata 1727 ed è un “Rüdesheimer Apostelwein”, ottenuto da una botte madre vendemmiata nell’anno in cui Re Giorgio II divenne Sovrano d’Inghilterra e di Brema. A Octavian sono state affidate anche diverse bottiglie di Château Lafite del Settecento, tra cui una del 1787, annata resa famosa dalla bottiglia “Thomas Jefferson”, ora nella collezione Forbes. Vini così antichi diventano cimeli, piuttosto che bevande da consumare: il Madeira (di cui vengono conservati esemplari del 1778 e del 1740) è probabilmente un’eccezione.
Ma il valore non è necessariamente correlato all’età: Octavian ha in carico anche bottiglie più recenti - e costosissime - di Borgogna, Bordeaux e rarissimi whisky. La maggior parte vengono acquistate come investimento dai proprietari, ma nei sotterranei ci sono anche oggetti di affezione, preziosi per chi li possiede perché ricordi di un matrimonio, di un battesimo o di una persona cara che non c’è più.
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