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ATTUALITÀ

Buste paga più pesanti e meno ore di lavoro in futuro: il nuovo contratto dell’industria alimentare

Valevole per gli anni 2023-2027: previsto un incremento di 280 euro per un montante complessivo che sarà pari a 10.236 euro
CONTRATTO NAZIONALE INDUSTRIA ALIMENTARE, Non Solo Vino
Novità per i lavoratori dell’industria alimentare italiana (Ph. Anna Shvets by Pexels)

Una notizia positiva per i lavoratori di un comparto che, in controtendenza all’andamento generale, continua a macinare risultati positivi grazie soprattutto all’export. È stato firmato il rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare 2023-2027 tra Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil e le associazioni delle imprese del settore (Unionfood, Ancit, Anicav, Assalzoo, Assica, Assitol, Assobibe, Assobirra, Assocarni, Assolatte, Federvini, Italmopa, Mineracqua, Unaitalia). Lo rendono noto i sindacati https://www.faicisl.it/primo-piano/4306-industria-alimentare-siglato-rinnovo-ccnl-2023-2027 che, dopo quattro giorni di trattative non-stop, hanno raggiunto un accordo, esprimendo soddisfazione per gli obiettivi raggiunti in materia di salario, welfare e contrasto alla precarietà.
Il nuovo accordo prevede per la parte economica un incremento di 280 euro per un montante complessivo che, al termine dei 4 anni, sarà pari a 10.236 euro. La prima tranche parte dall’1 dicembre 2023 con un aumento di 75 euro, già nei primi 14 mesi di applicazione contrattuale lavoratrici e lavoratori andranno a recuperare un importo di 170 euro, il 60% dell’aumento totale previsto.
Novità arrivano anche in merito alla riduzione dell’orario di lavoro, “che, nel settore alimentare, non subiva modifiche, a livello nazionale, da 30 anni” spiegano i sindacati: a partire dall’1 gennaio 2026 chi svolge turni di 18 e 21 ore avrà una riduzione di 4 ore a cui se ne aggiungeranno altrettante l’anno successivo, mentre dall’1 gennaio 2027la riduzione di 4 ore si applicherà a tutti i lavoratori e le lavoratrici.
“L’accordo raggiunto - dichiarano i tre segretari generali Onofrio Rota, Giovanni Mininni e Stefano Mantegazza - rappresenta un traguardo importante sia per l’incremento economico che per le conquiste ottenute sul piano normativo per valorizzare il lavoro stabile e ben qualificato”.

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