Disegnare il futuro significa anche non dimenticare le origini, mettere al centro il territorio e la comunità di riferimento, fare squadra per costruire bellezza partendo dalla memoria che deve restare viva. Il vino può fare la sua parte in questa direzione, mettendo sul tavolo tutto il suo bagaglio culturale per un coinvolgimento che significa integrazione e responsabilità sociale. Una strada che, da anni, è stata intrapresa con successo dall’azienda Arnaldo Caprai, riferimento enoico dell’Umbria, artefice della rinascita del Sagrantino e della sua ribalta internazionale, insieme a tutto il territorio di Montefalco, grazie a Marco Caprai che ne ha fatto una delle denominazioni rossiste più importanti d’Italia, portabandiera della sua regione nel mondo. Un impegno innovativo ma fondato sulla concretezza, e che, dal 2016, insieme alla Caritas di Foligno, ha dato a più di 200 richiedenti asilo (di 23 nazioni diverse) un lavoro all’interno dell’azienda, favorendo così l’integrazione. Qualcosa di grande, capace di unire l’eccellenza del vino all’inclusione vera, tanto che Marco Caprai ha recentemente ricevuto il titolo di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana, al Quirinale, dalle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha premiato il produttore per la sua imprenditoria etica. E, sulla scia di questa prestigiosa onorificenza, torna il progetto #Caprai4Love, la campagna di raccolta fondi (biennale) nata nel 2013, e promossa dall’azienda per il recupero di opere d’arte territoriali, attraverso la valorizzazione del fare impresa ed il coinvolgimento di associazioni e amministrazioni locali. E che, per l’edizione 2024 lanciata, ieri, a Vinitaly 2024 a Verona, punta sul restauro ed il risanamento conservativo, in collaborazione con il Comune di Bevagna, della Chiesa della Beata Vergine Maria di Costantinopoli, presidio religioso fortemente legato ai valori dell’accoglienza e dell’integrazione.
“Vogliamo ancora una volta restituire un dividendo sociale alla comunità, fatta anche di migranti, in cui viviamo” ha detto Marco Caprai che ha tenuto a sottolineare l’importanza della “sostenibilità sociale” ma anche della “straordinaria capacità dell’agricoltura di includere”. La bottiglia di Montefalco Sagrantino Docg annata 2020, dedicata a questa iniziativa, sarà firmata dal pittore umbro Luigi Frappi, con una tiratura di 2.000 bottiglie (il prezzo è di 40 euro e si può acquistare anche tramite il sito della cantina). Nell’etichetta c’è proprio la Chiesa della Beata Vergine Maria di Costantinopoli di Bevagna, sullo sfondo del tipico paesaggio umbro, conosciuta in primis come la “Madonna che vien dal mare”: e qui la mente va ai tanti migranti che approdano nel nostro Paese e di cui, per questo, è simbolo. Varie infatti sono le declinazioni iconografiche della Beata Vergine Maria di Costantinopoli; quella della chiesetta di Bevagna, sulla Via Lauretana, una delle più famose per il culto mariano perché porta alla Madonna di Loreto, è una Madonna “Odigitria”, termine che significa “colei che indica la via” (ai migranti, ai pellegrini e ai viaggiatori).
Un “fil rouge” a cui si lega anche il vitigno Sagrantino, che, come ha spiegato il professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti di viticoltura la mondo, “non si sa da dove provenga. Nessun vitigno ha queste caratteristiche, non sappiamo chi l’ha portato ma sappiamo che non viene coltivato fuori dai confini dell’Umbria. Io dico che la provenienza è il futuro e nel Sagrantino e nel progetto #Carai4Love c’è il futuro della viticoltura, non solo umbra”.
Per Carlo Cambi, una delle voci più autorevoli del giornalismo italiano, “ci sono vini commerciali e quelli che hanno l’anima, il vino è l’unica cosa che ti consente di dire “sto bevendo un’anima”. Che cosa è il futuro visto da un vino che fa 14,5 gradi? Tutti si stanno preoccupando, dico che la risposta è quella di Caprai, perché esiste il vino bevanda ed il vino cultura, Caprai mette insieme l’idea di produrre con la meraviglia del territorio”.
Il vino ritorna centrale anche nelle parole del vicesindaco di Bevagna, Giordano Antano, la cui famiglia è produttrice di Sagrantino, che spiega come oltre al restauro (l’obiettivo è che sia compiuto entro l’8 dicembre) “sarà anche realizzato un parco antistante per favorire quella socialità, quella fratellanza e quei legami di cui il vino è il simbolo”. Per la presidente della Regione Umbria (ed ex sindaco di Montefalco), Donatella Tesei, “il vino è il miglior ambasciatore di un luogo e la Arnaldo Caprai ha saputo coniugare il sapere fare impresa con la valorizzazione del territorio e del sociale ai massimi livelli”.
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