Razionalizzazione dell’offerta sembra essere la parola chiave che guida le strategie dei grandi gruppi del beverage mondiale. E così, dopo la cessione dei brand vinicoli (ma non di quello dello Champagne) da Pernod Ricard all’Australian Wine Holdco Limited (Awl), un consorzio di investitori istituzionali internazionali e proprietario di Accolade Wines, ancora dall’Australia arriva la notizia che il colosso Treasury Wine Estates (2,48 miliardi di dollari il fatturato nell’anno fiscale chiuso a giugno 2023, ndr) vuole dismettere alcuni marchi del suo portafoglio, e soprattutto quelli più entry level (ovvero del segmento “Commercial”, sotto i 10 dollari a scaffale) come Wolf Blass, Yellowglen, Lindeman’s e Blossom Hill, che nell’anno fiscale chiuso a giugno 2024 hanno “rappresentato meno del 5% dell’utile lordo del Gruppo Twe”, spiega una nota, penalizzando i benefici derivanti dall’attenzione strategica della divisione “Treasury Premium Brand” per la valorizzazione del suo portafoglio, che ha portato ad una crescita aggregata triennale del 10% per i suoi marchi premium prioritari, tra cui Wynn’s, Pepperjack, Squealing Pig e 19 Crimes. Con una svalutazione “non monetaria” prevista pari a 354 milioni di dollari (290 al netto delle imposte), spiega un comunicato ufficiale del gruppo, che, tra gli altri, possiede anche il gioiello del vino australiano di alta gamma, Penfolds, ma anche Castello di Gabbiano in Italia, nel Chianti Classico.
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