
Si parla molto del futuro del vino, tra cali di consumi derivati dalle nuove tendenze salutistiche e scelte che si orientano verso altre tipologie di prodotto da parte delle nuove generazioni. Un tema che fa parlare, ma a cui, guardando sempre nell’ottica della solidità del settore, se ne affianca un altro del quale, forse, si parla invece meno ultimamente, ma che rimane ugualmente importante: quello della manodopera e delle professionalità legate al settore del vino, ovvero di tutte quelle persone operative, in particolar modo, nel vigneto. Perché produrre vino rimane un lavoro “manuale” e se le tecnologie possono dare una grande mano, soprattutto in un’epoca “instabile” a livello climatico, la mano dell’uomo è decisiva. Ma il mestiere, tra le nuove generazioni, ha perso appeal, inutile negarlo, e allora aprire un percorso ad hoc, iniziando dalla scuola, può rivelarsi una decisione lungimirante. Così è successo in Francia dove è stato lanciato il progetto “Vinum” che si avvale di un programma che si pone l’obiettivo di accelerare la transizione digitale della formazione per le professioni nei settori agricolo, vitivinicolo e forestale riunendo professionisti del settore, centri di formazione, mondo accademico, filiali e creatori digitali. Un progetto inclusivo e aperto, tanto che, come è stato spiegato, le principali regioni vinicole francesi sono rappresentate nell’ecosistema Vinum.
Le nuove tecnologie, come gli strumenti di simulazione, sono al centro del progetto e questo sia da un punto di vista di miglioramento del lavoro che per far crescere l’appeal verso i giovani. Vinum ha sottolineato che “entro il 2026 un agricoltore su due andrà in pensione”, ma le nuove generazioni non sembrano interessate a subentrare. Eppure “la viticoltura è un settore francese d’eccellenza. Le sue sfide economiche sono considerevoli, con elevati volumi di esportazione. Oggi questa economia è in pericolo: oltre il 12% dei vigneti francesi sono improduttivi a causa di malattie del legno della vite, per diverse ragioni, tra cui una cruciale mancanza di manodopera qualificata”.
Ma a scuola il progetto porta anche la prevenzione considerato che “agricoltori, viticoltori e silvicoltori sono molto esposti a rischi come i disturbi muscolo-scheletrici, l’uso di prodotti fitosanitari o i pericoli legati all’uso dei macchinari. Gli strumenti di simulazione e formazione immersiva sono molto efficaci per aumentare la consapevolezza e prevenire questi rischi”. Un esempio concreto del progetto è arrivato anche in occasione del recente primo “Open Day” dell’anno al Richemont Institute, nella Mosella, he ha ospitato i simulatori E-Cab, uno strumento di formazione per la guida di macchine agricole che permette di simulare la guida di un trattore o una vendemmiatrice, ed Ampelos, altro strumento formativo per la potatura della vite: cuffie in testa e “controller” in mano, gli studenti si sono allenanati sotto l’occhio vigile dell’insegnante che correggeva e commentava i loro movimenti, trascritti in tempo reale su uno schermo. Dunque è come essere in vigna a bordo di un mezzo o dentro un filaio, ma in un’aula e con la possibilità di sbagliare, senza ovviamente conseguenze, ed imparare, perfezionando anche i movimenti utili per evitare “dolori” fisici. La simulazione della potatura consente di aggirare la stagionalità del fenomeno ed i rischi meteorologici, quindi ha il vantaggio di poter essere insegnata per tutto l’anno. Una tecnica, quella della potatura, non banale e che può richiedere tanto tempo in vigna per perfezionarsi. Allenarsi permette di bruciare le tappe e può rivelarsi un investimento per il futuro.
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