L’export del vino italiano nel mondo, pur restando positivo nel primo trimestre 2025, come riportato da WineNews analizzando i dati Istat, sta perdendo terreno e l’impressione è che il trend possa cambiare dalla prossime rilevazioni. Le attenzioni, in gran parte, sono rivolte verso gli Stati Uniti, storico primo partner commerciale per l’Italia e leader per l’export per il vino del Belpaese. E se a marzo 2025 è salito a 513,3 milioni di euro il valore delle esportazioni, e quindi +12,5% su marzo 2024, il dato si è rivelato decisamente più basso delle crescite registrate a gennaio (+20,5%) e febbraio 2025 (+19,3%). Numeri che, forse, dimostrano come si stia esaurendo quella corsa agli acquisti antecedente all’arrivo dei dazi che si sono poi materializzati ad aprile. E sono proprio i dazi a far particolarmente paura, in attesa delle decisioni definitive della giustizia americana in materia, per gli importatori e di riflesso per le cantine che esportano in Usa, con lo “spauracchio” del 9 luglio e, quindi, della minaccia annunciata da Trump dei dazi al 50% (ad oggi sarebbero in vigore al 20% da aprile, ma subito ridotti al 10% almeno fino al 9 luglio, mentre le trattative con l’Ue vanno avanti, e in attesa delle decisioni della giustizia americana sulla legittimità normativa dei dazi attuali, come abbiamo scritto qui) che fa tremare il mondo del vino.
Ma il vino italiano, ovviamente, continua ad avere un’attenzione particolare verso gli Usa, puntando a crescere e a mantenersi solido. Non a caso il 5 e il 6 ottobre, al Navy Pier di Chicago, prende forma una nuova tappa del percorso di crescita internazionale del vino italiano, firmato Veronafiere-Vinitaly con “wine2wine business forum” che approda a Vinitaly.Usa n. 2.
“Nato nel 2014 per creare relazioni, approfondimenti e visione strategica tra i professionisti del settore, “wine2wine” si integra nel format di Vinitaly.Usa con l’obiettivo di rafforzare la competitività delle imprese italiane sul mercato nordamericano. In programma incontri b2b, analisi di mercato, formazione specializzata e degustazioni, con il coinvolgimento diretto dell’edizione n. 33 della Vinitaly International Academy (Via) e di key player locali”, spiega una nota di Veronafiere. Sarà un format ibrido, con sessioni in presenza e live streaming, verranno affrontati temi cruciali come il posizionamento dei brand made in Italy negli Usa, l’evoluzione del canale direct-to-consumer, la percezione del vino italiano nel consumatore americano. Tra gli “highlight”, una degustazione alla cieca con Trentodoc e Alta Langa Docg a confronto con etichette sparkling internazionali, per valorizzare le eccellenze italiane in un’ottica competitiva e globale.
“Con l’espansione di “wine2wine” a Chicago - dichiara Adolfo Rebughini, dg Veronafiere - consolidiamo Vinitaly come hub globale del vino italiano. Dopo l’eccellente debutto del 2024, Vinitaly.Usa si conferma piattaforma strategica per il sistema vino nazionale. L’obiettivo è dare continuità alla presenza italiana nel mercato Usa, attivando strumenti permanenti di dialogo, formazione e business internazionale”.
La prima edizione di Vinitaly.Usa (ottobre 2024) ha riunito 230 cantine italiane da 7 regioni, oltre 1.650 etichette e più di 1.500 operatori professionali accreditati tra buyer, importatori, distributori e horeca. Con l’integrazione di “wine2wine”, Vinitaly.Usa punta a rafforzare la propria identità come punto di riferimento permanente per la promozione e l’internazionalizzazione del vino italiano negli Stati Uniti.
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