Italiani sempre più attenti alla sostenibilità dei prodotti e alla loro italianità quando scelgono un prodotto dagli scaffali di un supermercato o un ipermercato. A dirlo è l’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy, uno studio semestrale che in questa edizione n. 17 incrocia le informazioni riportate sulle etichette di oltre 145.000 prodotti di largo consumo che rappresentano l’82,7% sul totale vendite in ipermercati e supermercati italiani. Un’edizione che nasce dal confronto tra i prodotti della banca dati frutto del Servizio Immagino a dicembre 2024 ed i prodotti in vendita nella grande distribuzione rilevati da NielsenIq. Le scelte sono indicative su cosa gli italiani cercano attivamente nel momento di fare la spesa, come dimostra il 27,9% della percentuale di vendita dei prodotti con claim legati al mondo dell’italianità e all’83,1% con claim e indicazioni relative alla sostenibilità.
Ipermercati e supermercati che hanno, però, “certificato” il calo delle vendite di vino, a dimostrazione delle difficoltà del settore nella gdo. Come riporta l’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy, sono “tutti negativi gli indicatori per 2.401 vini Doc, che in 12 mesi hanno perso il -2,4% a volume e il -0,9% a valore, sfiorando i 526 milioni di euro di vendite nel canale super e ipermercati. Ancora peggiore lo scenario per il gotha dei vini italiani, quelli che si fregiano della Docg. Nel 2024 hanno segnato un -3,1% a volume e un -1,8% a valore sviluppando un fatturato prossimo ai 300 milioni di euro. Ad incidere su questa dinamica è stata soprattutto la contrazione della componente di offerta (-1,2%), ma anche la domanda è stata negativa (-0,7%). Da segnalare l’ulteriore crescita di quasi un punto percentuale della già elevata pressione promozionale, arrivata a pesare per il 43,3% sulle vendite dei vini Docg”.
Nella ricerca sono state anche considerate le caratteristiche rilevate in etichetta e sul packaging dei 100.407 prodotti del mondo food dell’Osservatorio Immagino e sono stati selezionati quei prodotti che riportano i claim “made in Italy”, “prodotto in Italia”, “solo ingredienti italiani”, “100% italiano” o le Indicazioni geografiche europee (come Igp, Dop, Docg e Doc), la bandiera italiana o il nome della regione di riferimento. Il perimetro di analisi comprende sempre il canale ipermercati e supermercati con i dati riferiti al 2024 sul 2023. Viene spiegato che i prodotti che si presentano dalle etichette e dai packaging come italiani, nell’accezione ampia del termine, restano i protagonisti della spesa alimentare. Un primato confermato anche nel 2024, nonostante la dinamica non brillante di questo paniere, composto da 27.978 referenze che hanno sviluppato oltre 11,6 miliardi di euro di sell-out. Rispetto all’anno precedente, però, il giro d’affari è aumentato del +1,2%, ma le vendite in volume sono diminuite del -0,7%. Oltre un prodotto su quattro ha in etichetta un riferimento alla sua italianità. Proprio la “bandiera italiana” è l’indicatore più diffuso e rilevante di tutto il paniere, tanto che l’Osservatorio Immagino l’ha rilevata sulle etichette di 16.461 prodotti, pari al 16,4% dei prodotti alimentari analizzati. Un ruolo importante nel paniere della spesa improntata all’italianità lo rivestono i prodotti agroalimentari che si fregiano delle Indicazioni geografiche europee. Considerando solo la presenza in etichetta di Dop (Denominazione di origine protetta), Doc (Denominazione di origine controllata) o Docg (Denominazione di origine controllata e garantita), l’Osservatorio Immagino ha individuato 4.888 referenze che nel 2024 hanno sviluppato 1,6 miliardi di euro di giro d’affari. Rispetto al 2023 hanno mantenuto stabili i volumi (-0,1%) e hanno lievemente aumentato il sell-out a valore (+2,1%), soprattutto grazie al contributo della componente di domanda (+1,3%) e all’inflazione, che ha determinato un aumento del +2,2% del prezzo medio. Tra le categorie merceologiche si sono distinti per crescita i formaggi grana e simili, lo spumante Charmat secco, i formaggi da tavola in porzione, le mele e l’olio extravergine di oliva. In sofferenza, invece, le vendite di affettati, vino Doc/Docg italiano e spumante classico. L’analisi per singola Indicazione geografica delinea uno scenario molto difforme. La performance migliore è stata quella dei 1.467 prodotti Dop, perché hanno saputo aumentare le vendite non solo a valore (+5,8%, il tasso migliore del paniere dell’italianità, per un totale di quasi 803 milioni di euro), ma anche a volume (+2,7%): decisiva è stata la spinta dell’offerta (+4,9%), così come l’aumento dei prezzi (+3,1%). Continua, inoltre, la “regionalizzazione” dell’offerta food & beverage di supermercati e ipermercati. Rispetto al 2023, è aumentato il numero delle referenze che indicano in etichetta la regione di provenienza o di ispirazione, non a caso anche le loro vendite sono risultate maggiori. L’Osservatorio Immagino ha inserito in questo paniere 10.837 prodotti (il 10,8% del totale rilevato) con un fatturato di oltre 3,0 miliardi di euro, in leggero aumento sull’anno precedente (+0,7%), trainato da un aumento del +2,2% dei prezzi.
Capitolo sostenibilità. Nel 2024 i claim relativi alla sostenibilità ambientale hanno arricchito le etichette di 120.797 referenze (l’83% del totale rilevato) che hanno sfiorato i 44,8 miliardi di euro di sell-out (91,8%). Rispetto al 2023, il giro d’affari è cresciuto del +2,1%, mentre le vendite in volume sono diminuite del -1,2%. I suggerimenti, i consigli e le informazioni di servizio che possono aiutare i consumatori a migliorare il loro apporto alla sostenibilità della filiera dei prodotti di largo consumo - dalla raccolta differenziata al corretto uso e alla migliore conservazione degli acquisti - rappresentano l’area tematica più presente sulle etichette dei prodotti di largo consumo. L’Osservatorio Immagino li ha rilevati su 111.767 referenze che, nel corso del 2024, hanno sviluppato un giro d’affari superiore a 43,3 miliardi di euro. Il contributo della componente di offerta (+3,4%) ha permesso di aumentare gli incassi del +2,5% sul 2023, nonostante la contrazione del -0,9% dei volumi. A livello di categorie si sono contraddistinte per trend positivi le birre alcoliche, i biscotti tradizionali, la nutrizione cane e gatto, i formaggi grana e simili, le uova di gallina e l’olio extravergine di oliva, quest’ultimo in ascesa anche a volume nonostante il forte aumento dei prezzi. In calo, invece, le vendite di affettati, latte Uht, merendine, gelati multipack, caffè macinato e tonno sott’olio (con gli ultimi due con aumenti dei prezzi più che proporzionali al calo dei volumi).
Come ha spiegato Marco Cuppini, Research and Communication Director Gs1 Italy, “l’innovazione si configura come il principale motore di crescita e successo per le aziende. Il 7,8% dei prodotti monitorati da Immagino sono stati lanciati nel 2024, generando il 3,2% del fatturato totale. Le aziende si sono concentrate maggiormente su alcuni fenomeni analizzati: in particolar modo sui prodotti “rich-in” (ricchi di elementi benefici), sui “free-from” (senza o con meno di certi ingredienti), sulla presenza di ingredienti tradizionali o benefici, sui prodotti con certificazioni di responsabilità sociale d’impresa (Csr) e, infine, su prodotti green per la cura della casa. Entrando in un maggior dettaglio, il 9,9% dei prodotti “rich in” sono stati nuovi lanci, generando il 3,1% del fatturato. L’attenzione si è focalizzata su prodotti ricchi di proteine, potassio, fermenti lattici, vitamine e calcio. Nei prodotti “free from”, l’8,9% sono stati nuovi lanci, contribuendo al 2,2% del fatturato totale. I claim utilizzati più frequentemente sono stati “pochi grassi”, “poche calorie”, “senza zuccheri aggiunti”, “pochi zuccheri” e “senza conservanti”. L’8,1% dei prodotti per intolleranze sono nuovi lanci, con un’incidenza maggiore per i prodotti “senza lattosio” (10,5%)”. Emerge, inoltre, che “il 30% degli acquirenti dei nuovi prodotti genera il 65% delle vendite. Si tratta di shopper giovani (meno di 34 anni), single e con reddito medio-alto. Questi consumatori preferiscono prodotti “free from”, “rich-in”, vegani, biologici, arricchiti con semi e con caratteristiche green e di sostenibilità”. La nuova edizione dell’Osservatorio Immagino, pertanto, “evidenzia come l’innovazione nel largo consumo sia guidata da una crescente attenzione alla salute, al benessere, alla sostenibilità e all’origine dei prodotti, con un impatto significativo sulle scelte dei consumatori e sulle dinamiche del mercato”.
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