02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)
IL DATO

Vino e mercato globale: il 13% è fatto da riesportazioni, anche da tanti Paesi che non producono

Lo studio Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino su un fenomeno sempre più importante nello scenario mondiale del settore
COMMERCIALIZZAZIONE, ESPORTAZIONI, MERCATO, OIV, RIESPORTAZIONI, STOCCAGGIO, Mondo
Vino e mercato globale: il 13% è fatto da riesportazioni, lo studio Oiv

Ci sono Paesi che non hanno mezzo ettaro di vigna, che non producono un litro di vino, ma che, insieme, esportano vino per valori di poco inferiori a quello dell’export di regioni come Veneto e Toscana (intorno a 1,2 miliardi di euro nel 2024, secondo i dati Istat, ndr). O meglio “ri-esportano”. Perché il vino, che da sempre è prodotto “globale”, come raccontano anche i molti ritrovamenti di anfore in relitti di navi di tanti secoli fa, che hanno aiutato gli storici a tracciare le rotte dei popoli antichi, soprattutto nel Mediterraneo, ma non solo, a volte per arrivare dalla vigna in cui è prodotto al calice di chi lo beve, fa viaggi non solo molto lunghi, ma anche “non lineari”. E così, viene fuori che in un quadro di commercio del vino mondiale che nel 2024 ha mosso 99,1 milioni di ettolitri per 35,9 miliardi di euro, in linea con gli ultimi anni, le riesportazioni, in media, tra il 2018 ed il 2023, hanno pesato per il 13% delle esportazioni totali, pari a 14 milioni di ettolitri per 4,6 miliardi di euro. Emerge dal rapporto approfondito sul tema realizzato dall’Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino “The Global Trade in Wine: Role and Relevance of Re-exportation Hubs”, come aveva anticipato, a WineNews, Giorgio Delgrosso (in questo video).
Secondo i dati Oiv, infatti, il commercio mondiale di vino rappresenta, oggi, il 47% del consumo globale. Tra il 2018 e il 2023, le riesportazioni hanno costituito circa il 13% delle esportazioni totali di vino, pari a 14 milioni di ettolitri per un valore di 4,6 miliardi di euro.
Il rapporto individua diversi tipi di hub di riesportazione: dai tradizionali centri commerciali europei, come il Regno Unito, che resta una piattaforma fondamentale per la redistribuzione, ai gateway premium dell’Asia, come Singapore, dove i vini di alto valore vengono canalizzati verso i mercati regionali. Ma si evidenziano anche nuovi attori regionali emergenti, come Canada e Angola, che contribuiscono a collegare i mercati vicini e a diversificare le rotte commerciali.
“La riesportazione è diventata un elemento strutturale dell’economia mondiale del vino, influenzando non solo il modo in cui il vino si muove, ma anche come crea valore e raggiunge i consumatori. Man mano che il commercio globale continua a evolversi, comprendere questi flussi è essenziale per anticipare i cambiamenti della domanda, migliorare la trasparenza del mercato e rafforzare la resilienza del settore vinicolo internazionale”, spiega l’Oiv. Che, per valutare l’entità e la mappa del fenomeno, ha diviso i Paesi i base al rapporto tra produzione ed esportazione, individuando un gruppo fatto da Paesi che esportano vino, ma non ne producono affatto (da Singapore ad Hong Kong, dalla Thailandia alla Svezia, dalla Malaysia a Macao, dalla Finlandia all’Irlanda, dalla Norvegia alla Repubblica Dominicana, dal Ghana al Kosovo, dalla Namibia allo Sri Lanka, per citare i principali tra i 38 individuati, che, insieme, hanno mosso 0,8 milioni di ettolitri, per un valore di 0,9 miliardi di euro), un gruppo di Paesi che esportano più vino di quanto producono (dal Canada ai Paesi Bassi, dal Belgio alla Lettonia, dal Regno Unito alla Lituania, dalla Slovacchia alla Danimarca, alla Polonia, con esportazioni annuali medie di 6,9 milioni di ettolitri per 2,3 miliardi di euro), ed uno di Paesi le cui esportazioni sono inferiori alla produzione, di cui fanno parte tutti i principali produttori (dalla Francia all’Italia, dalla Spagna agli Stati Uniti, dalla Nuova Zelanda all’Australia, dal Cile alla Germania, dal Sudafrica alla Georgia, dall’Argentina alla Grecia, per fare degli esempi, che muovono insieme 97,6 milioni di ettolitri per 30,6 miliardi di euro).
In estrema sintesi, dunque, dallo studio, che ha preso in considerazione solo i 98 Paesi con volumi di esportazione superiori a 100 ettolitri nel 2023, “combinando le informazioni di tutti i gruppi, l’analisi - spiega l’Oiv - mostra che le riesportazioni costituiscono una quota significativa del commercio mondiale di vino. Si stima che 13,97 milioni di ettolitri, pari al 13,3% delle esportazioni mondiali di vino, siano riconducibili a riesportazioni. Il valore delle riesportazioni nel commercio globale del vino è stimato ipotizzando che il prezzo medio delle riesportazioni sia generalmente coerente con il prezzo medio all’esportazione complessivo per tutti i gruppi di Paesi. Tuttavia, per i Paesi che esportano tra il 10% e il 50% della loro produzione, è stato applicato il prezzo medio all’importazione, aumentato del 35%, per tenere conto delle attività a valore aggiunto svolte dalle imprese di distribuzione nei Paesi riesportatori. Seguendo questa metodologia, il valore globale delle riesportazioni è stimato in circa 4,55 miliardi di euro, pari al 13,5% del totale dei ricavi derivanti dalle esportazioni mondiali di vino. Il prezzo medio per litro del vino riesportato è in linea con il prezzo medio globale all’esportazione, pari a 3,26 euro.
“Questi risultati evidenziano il ruolo cruciale dei Paesi che fungono da hub di riesportazione, i quali redistribuiscono il vino a livello globale, migliorano l’accessibilità e favoriscono una maggiore diversificazione dell’offerta vinicola mondiale. La riesportazione rivela la vera geografia dei flussi di vino, distinguendo tra i luoghi in cui i vini vengono prodotti, commercializzati e consumati. Inoltre, mette in luce come il valore venga generato anche oltre la produzione, attraverso attività come lo stoccaggio, l’imbottigliamento e la redistribuzione, contribuendo a garantire un mercato globale più flessibile e adattabile”, conclude l’Oiv.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli