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LA FOTOGRAFIA

Il turismo rurale si conferma un motore socio-economico dell’Italia e delle nostre aree interne

I 60 anni di Agriturist, prima associazione di settore nata in Confagricoltura: gli agriturismi generano 2 miliardi di euro di valore alla produzione

La vacanza in campagna si conferma motore del turismo italiano e internazionale nel Belpaese, cuore pulsante del turismo enogastronomico - con oltre la metà degli stranieriche associa l’Italia al cibo ed al vino e per l’80% dei quali, nella scelta della meta, contano soprattutto la bellezza del paesaggio rurale, secondo il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” 2025 di Roberta Garibaldi - e sostenibile, ed un volano per l’economia italiana, in generale, e per lo sviluppo economico e sociale dei territori rurali, in particolare, con più di 26.000 agriturismi, che rappresentano un esempio virtuoso di integrazione tra produzione agricola e turismo esperienziale, e che sfiorano 2 miliardi di euro di valore di produzione nel 2024 (+3,3% sul 2023, e +63% dal 2015) - comprese le attività ricreative e sociali, fattorie didattiche e altre attività minori, che rappresentano il 37,7% del valore delle attività secondarie, al secondo posto tra le attività secondarie in agricoltura, dopo le energie rinnovabili - grazie al record della domanda, con oltre 4,7 milioni di ospiti e 17 milioni di pernottamenti, con un aumento del +25% sui livelli pre-pandemia. Sono i numeri che raccontano la forza dell’agriturismo italiano, protagonista di una crescita costante e di una trasformazione che unisce tradizione e innovazione, diffusi da Agriturist, nei 60 anni della prima associazione del comparto nata in Confagricoltura, celebrati nei giorni scorsi a Roma.
Sessant’anni nei quali, l’offerta agrituristica in Italia si è evoluta e ampliata, offrendo qualità, autenticità e sostenibilità, valori che fanno dell’Italia un’eccellenza unica al mondo: dalle degustazioni (+70,2% dal 2013 al 2023) alla ristorazione (+17,7% dal 2013 al 2023), ma anche attività ricreative, escursionismo tematico, enoturismo e oleoturismo, alle quali si aggiunge una rete di 3.400 fattorie didattiche, concentrate per il 60% in 7 regioni (Veneto, Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Puglia, Lombardia e Toscana), mentre oltre 8.000 aziende producono almeno un prodotto certificato Dop o Igp.
Ma l’agriturismo italiano si distingue anche per la vocazione biologica, con il 32,3% della superficie agrituristica che è bio, oltre il doppio della media nazionale, con più del 10% della Sau biologica italiana e il 26,6% delle strutture che adottano questo metodo produttivo; forte è anche la sua componente sociale, con 480 operatori impegnati in progetti di agricoltura sociale e 1.802 aziende dedicate alla formazione; e per il presidio del territorio, vero e proprio elemento chiave: nel 2023, più del 25% delle aziende opera nelle aree interne e oltre l’84% in collina o montagna, contribuendo alla vitalità di contesti fragili. Un ruolo ribadito anche dall’Isnart, l’Istituto nazionale ricerche sul turismo, nei giorni scorsi, da “AgrieTour”, il Salone dell’agriturismo ad Arezzo, parlando dell’agriturismo come pilastro dello sviluppo delle aree interne, dove genera reddito e mantiene vive le comunità, e che, oggi, coinvolgono 1.904 comuni e 4,5 milioni di abitanti, pari all’8% della popolazione nazionale, ma soffrono di spopolamento, calo delle nascite e invecchiamento.
“Oggi l’agricoltura non è solo produzione di beni primari - ha sottolineato il presidente Confagricoltura Massimiliano Giansanti - ma anche di beni energetici e accoglienza. In questo percorso si inserisce la valorizzazione delle aree interne, che è una delle missioni più alte che Agriturist ha portato avanti nel tempo”.
La diversificazione dei servizi offerti dagli esercizi agrituristici che caratterizza il turismo rurale italiano lo rende attrattivo per un numero sempre crescente di turisti che negli anni ha ricercato nei nostri territori le particolarità gastronomiche (dall’enoturismo all’oleoturismo e ai prodotti tipici) ed esperienziali (dal pernottamento e ristorazione alla raccolta di prodotti agricoli, all’escursionismo tematico, alle fattorie didattiche). L’offerta si è articolata, quindi, ampliando le tipologie di servizio e adeguandosi alle nuove tendenze del turismo nazionale e internazionale. Oggi Agriturist si trova di fronte a una nuova frontiera: in molte situazioni non basta più offrire un letto e una colazione genuina. Servono connessioni web ad alta velocità, spazi di coworking rurali attrezzati, servizi che permettano di conciliare produttività lavorativa e qualità della vita. L'agriturismo del futuro è un “hub” dove il confine tra vacanza e quotidianità si sfuma, dove si può partecipare a una videoconferenza e, ad esempio, vendemmiare, dove le famiglie possono trasferirsi per mesi anziché per giorni.
“Le nostre strutture valorizzano il territorio offrendo fattorie didattiche, fattorie sociali e vendita diretta di prodotti tipici - ha concluso il presidente Agriturist, Augusto Congionti - questo connubio unico rende l’agriturismo italiano un modello ineguagliabile a livello internazionale. Inoltre, molti agriturismi adottano pratiche sostenibili, come l’utilizzo di energie rinnovabili, il fotovoltaico e le biomasse, e promuovono il recupero dei materiali nella ristorazione. Per crescere, tuttavia, è necessario un maggiore sostegno da parte delle istituzioni, soprattutto in termini di semplificazione normativa e riduzione degli ostacoli burocratici. Il turismo esperienziale e rurale ora deve affrontare diverse sfide, come la necessità di infrastrutture adeguate, il rischio di sovraffollamento e la difficoltà di mantenere un equilibrio tra sviluppo e sostenibilità. Ci sono poi i temi della comunicazione efficace, dell’uso delle tecnologie digitali per raggiungere il pubblico giusto e della formazione degli addetti per un dialogo proficuo con le altre realtà dei territori, per promuovere pacchetti esperienziali personalizzati”.

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