Dopo anni di campagne difficili e prezzi in caduta libera, l’olio extra vergine d’oliva rischia di perdere la sua identità. L’Associazione Italiana dell’Industria Olearia (Assitol), aderente a Federalimentare e Confindustria, torna a denunciare la spirale delle vendite sottocosto che svilisce un prodotto simbolo della Dieta Mediterranea e della cultura alimentare italiana. “Il ritorno a uno scenario produttivo più equilibrato ha, purtroppo, riportato alla ribalta le vendite sottocosto, che nel tempo hanno svilito il valore del prodotto”, avverte Anna Cane, presidente Gruppo olio d’oliva dell’associazione.
La normativa consente il sottocosto solo una volta l’anno, ma la grande distribuzione continua a ricorrervi senza limiti, abituando i consumatori a cercare il prezzo più basso e ignorando la qualità. Una dinamica che ha ridotto la redditività degli operatori, scoraggiando la coltivazione degli uliveti e la produzione di olio.
“L’olio d’oliva non è una commodity, ma un alimento essenziale per la salute”, conclude Cane, chiedendo alle istituzioni di vietare definitivamente il sottocosto e avviare campagne di educazione.
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