Sempre più valorizzato per la sua qualità e le sue tipicità, tra decine di cultivar e Dop e Igp disseminate dal Nord al Sud dell’Italia, l’olio italiano è un’eccellenza sempre più sotto i riflettori. Un prodotto di cui la Spagna è di gran lunga, in quantità, il primo produttore al mondo, ma con l’Italia ai primi posti, con una campagna olearia 2025/2026 che dovrebbe attestarsi sulle 200.000 tonnellate, di cui l’80% dal Centro Sud, ed in particolare con Puglia, Sicilia e Calabria, che metteranno insieme il 72% della produzione nazionale (crescita anche per il Friuli-Venezia Giulia, mentre dimezzano la produzioni regioni importanti come Toscana, Lazio e Umbria). Dati del Sian, al 10 dicembre, elaborati da Sol Expo by Veronafiere, il Salone dedicato all’“oro verde”, che, dopo il debutto da solista nel 2025 (dopo 28 edizioni in sinergia con Vinitaly), anche nel 2026, sarà di scena in un momento suo, dal 1 al 3 marzo 2026 a Verona, tutto completamente dedicato all’intera filiera, dall’olivo alla tavola, e non solo.
Per dare voce all’eccellenza di una produzione simbolo del made in Italy e della Dieta Mediterranea, attraverso un format ibrido “business to business to consumer”, pensato per mettere in relazione - in un unico luogo di incontro, business, formazione e scoperta - operatori professionali, consumatori consapevoli e nuove generazioni di appassionati.
Un’edizione 2026 che vede già confermata la presenza di dieci regioni (Veneto, Toscana, Sicilia, Lazio, Basilicata, Emilia-Romagna, Calabria, Puglia, Umbria, Campania), e che assume ancora più rilevanza alla luce di una campagna olearia 2025/26 che supera il traguardo delle 200.000 tonnellate di olio di oliva, e del recente riconoscimento Unesco della Cucina Italiana a Patrimonio Culturale e Immateriale dell’Umanità Unesco.
“L’olio è uno dei linguaggi fondamentali della nostra identità gastronomica - afferma Federico Bricolo, presidente Veronafiere - il riconoscimento Unesco conferma il valore di un’eredità collettiva in cui l’extravergine è un elemento cardine. A Sol Expo vogliamo raccontare l’olio in tutte le sue forme e possibilità, con un’attenzione particolare alla cucina contemporanea attraverso il coinvolgimento dei professionisti della ristorazione ma anche dei consumatori”.
Facendo squadra con tante rappresentanze della ristorazione, come Fipe, Fiepet, Fic-Federazione Italiana Cuochi, ed Airo-Associazione Internazionale Ristoranti dell’Olio, con particolare attenzione al target horeca, ma anche ai mercati mondiali, grazie alla collaborazione con Agenzia Ice, con un programma di incoming che porterà a Verona oltre 80 top buyer da Stati Uniti, Giappone, Germania, Nord Europa, Paesi Cis (le tante ex repubbliche sovietiche, ndr), Cina e Paesi del Golfo.
“Il comparto olivicolo necessita di una piattaforma strategica e multidimensionale - sottolinea il dg Veronafiere, Adolfo Rebughini - capace di garantire a tutti gli stakeholder opportunità di networking e di offrire alle aziende strumenti concreti per rafforzare la presenza sui mercati internazionali. Sol Expo 2026 risponde a questa esigenza attraverso un’impostazione che coniuga dimensione commerciale, contenuti tecnici e un dialogo costante con la ristorazione professionale”.
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