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“A” COME ANOLINI, “B” COME BOITO, MA ANCHE “L” COME LAMBRUSCO ... ECCO “LIBIAMO NE’ LIETI CALICI - L’ALFABETO DELLA CUCINA VERDIANA” IL LIBRO DI ROBERTO CODAZZI CHE SARÀ PRESENTATO OGGI ALLA LOGGIA DELLA MAGNIFICA PATRIA (PALAZZO MUNICIPALE) DI SALÒ

Non Solo Vino
La copertina del libro dedicato a Giuseppe Verdi

“A” come anolini, “B” come Boito, ma anche “L” come Lambrusco ... ecco “Libiamo ne’ lieti calici - L’alfabeto della cucina verdiana” il libro del Maestro Roberto Codazzi che sarà presentato stasera alla Loggia della Magnifica Patria (Palazzo Municipale) di Salò. Un libro per celebrare in modo originale il bicentenario della nascita del più grande operista italiano, Codazzi racconterà episodi curiosi legati al rapporto tra Verdi e la buona tavola, alle sue preferenze eno-gastronomiche, alle sue ricette preferite e a quelle che egli stesso creava: “la sua vita è sempre stata improntata alla massima semplicità (“rimarrò sempre un contadino delle Roncole”, amava ripetere Verdi) - dice Codazzo - ma, quando si trattava di buona cucina il “Cigno di Busseto” mostrava gusti raffinati, sintetizzando i sapori della campagna padana con le prelibatezze conosciute a Parigi durante il suo rapporto con l’Opéra”.
Ad accompagnare l’uscita del libro ci sarà lo showcooking di Carlo Bresciani che preparerà per il pubblico degli “stuzzichini alla Verdi” di sua invenzione, ispirandosi ai gusti della cucina tradizionale delle terre verdiane (spalla cotta con torta fritta, culatello, piadine arrotolate), una ricetta originale del Maestro, il “risotto alla Verdi” che, riferiscono le cronache, il compositore fece preparare dopo la prima del Don Carlos a Parigi nel 1867. Infine il dessert, il lattemiele gelato tratto dal ricettario originale di Villa Verdi pubblicato in appendice al libro.

Focus - Alfabeto della Cucina Verdiana
A come anolini (o cappelletti) - uova, formaggio e sapori (senza carne)
B come Boito
C come Caffè (“balsamo che conserva l’uomo”)
C come Cremona
D come dolci (al forno, al cucchiaio, budini, Margherita, alle mandorle, Matta, alle pesche, alla bocca di dama)
E come Ermelinda (Bruno Dotelli di Caorso; patasso; bagna; pomi)
F come Fegatini (riso e fegatini)
F come Ferragosto
G come Genova (gnocchi al basilico, pesce, Aida)
H come Hotel
I come Insalata
K come Kleinguti (brioches Falstaff)
L come Lambrusco (“mistura schiumosa che fa bum nello stomaco”)
L come Lingua
M come Melone (piccoli svenimenti, odio-amore)
N come Nicolina (o Nicoletta: pan di spagna, pere, cioccolato, crema pasticcera)
O come Officina (“officina di alta alchimia pantagruelica”)
P come Panettone
P come Pavone (“il pavone che ella mi ha spedito è già nel regno dei più”)
P come Parsimonia (pollaio di papà, chianti a Genova)
P come Primi piatti (cappelletti, risotti, bomba di riso)
Q come Quaglie (muta delle quaglie, cinque e mezza, cacciatore politicamente corretto)
R come Risotto (Camille du Locle)
S come salumi (culatello, salame di felino)
S come Sant’Agata
S come San Pietroburgo
S come Secondi piatti (arrosti, bolliti, braciole in umido, polpettone, selvaggina, anguilla con piselli)
S come Spallette di San Secondo
T come Tiranno
U come uova (radicchio)
V come Vino (chianti, bordeaux, champagne)
V come Villanova (signor Persico, 1888)
Z come Zuppa (sindaco Donnino Corbellini: “desidero che Ella cominci a trovare la strada di Sant’Agata per venire a mangiare una zuppa con noi”)
Z come Zabaglione e Zuppa Inglese

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