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A Ferrero, per 2,8 miliardi di dollari, gli snack di Nestlé Usa, che fatturano 900 milioni di dollari l’anno. Il Gruppo di Alba è la terza azienda dolciaria in Usa e cresce anche in Italia (+0,8%), con il fatturato 2016/2017 a a 1,43 miliardi di euro

Non Solo Vino
Giovanni Ferrero, a capo del gruppo di Alba, sempre più forte in Usa

Dopo settimane di indiscrezioni è arrivata la conferma della maxi acquisizione del comparto dolciario di Nestlé Usa da parte di Ferrero, il colosso di Alba padre della Nutella e di molti altri dolciumi famosi in tutto il mondo. La manovra, da 2,8 miliardi di dollari, ha permesso all’azienda delle Langhe l’acquisizione della sezione statunitense della multinazionale svizzera dei dolciumi Nestlé, che ha un fatturato (nel solo mercato Usa) di 900 milioni di dollari annui, e oltre 20 marchi iconici del cioccolato, da Butterfinger a BabyRuth, da 100Grand a Raisinets e Wonka, che si aggiungono agli altri due recenti acquisti di Ferrero in Usa, quelli del cioccolato Fannie May Confections Brands e delle caramelle gommose Ferrara Candy Company. Facendo del gruppo di Alba il terzo player dell'industria dolciaria nel mercato statunitense, dietro Mars ed Hershey.

Fondata negli anni Quaranta, la Ferrero è un simbolo dell’industria dolciaria italiana nel mondo, con migliaia di prodotti amati e conosciuti in molti Paesi, prima di su tutte la Nutella. La maxi manovra su Nestlé Usa è l’ultima di una serie di acquisizioni guidate da Giovanni Ferrero, presidente esecutivo del Gruppo e figlio del fondatore dell’azienda, Michele Ferrero, che puntano a rafforzarne la presenza sul mercato Usa. Un cammino verso una crescita consolidata anche dai risultati positivi sul mercato, che premiano Ferrero: il bilancio 2016/2017 in Italia si è chiuso a 1,43 miliardi di euro, con un +0,8% nelle vendite, e un utile pari a 200 milioni di euro (www.ferrero.it).

La manovra di Ferrero fa tirare un sospiro di sollievo al made in Italy, che negli ultimi anni ha visto messi in pericolo molti dei suoi marchi storici dalle acquisizioni di multinazionali straniere. Uno shopping senza freno, afferma la Coldiretti, che è stato peraltro accompagnato solo da sporadiche azioni dell’Italia all’estero. Il 2017 si è chiuso con il passaggio alla danese Royal Unibrew A/S di Lemonsoda, dopo l’acquisizione da parte di Associated British Foods (Abf) di Acetum spa, principale produttore italiano dell’Aceto Balsamico di Modena Igp. Ma negli anni, conclude la Coldiretti, sono volati all’estero, tra gli altri, la birra Peroni, i gelati Grom, Antica gelateria del Corso e Algida, i cioccolatini Perugina e Pernigotti, lo spumante Gancia e molte altre griffe simbolo del made in Italy.

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